Ma che riserve ha la Juventus?

La prima del nuovo campionato diventa subito storica: pronti, via e c’è il Var. (Il, la… già l’articolo è diventato un ‘caso’). Ma quando Gigi Buffon sente odore di storia, si sa, diventa il solito Superman. Ecco perché mette l’ennesima manata sulla storia del calcio italiano. In una partita che di storico, altrimenti, avrebbe poco.

Solita Juve? No…

È che la Juventus è la solita – e solida: i giri non sono quelli giusti, certo, ma si ci arriverà. Questione di carburazione, che è lenta e richiede settimane dure. Intanto, per non perdere l’abitudine, i bianconeri vincono: pure bene, pure con quel profumo di supremazia.

Ma la prima mette anche l’accento su una sillaba atona nell’estate juventina: la quantità e qualità dei ricambi. Sarà che la cessione di Bonucci e la corsa al centrocampista hanno messo il resto in secondo piano. Ora, però, è il momento di fare sul serio: quello in cui, di solito, i pregi della Juve emergono.

Escono, in ordine: Claudio Marchisio, Gonzalo Higuain e Juan Cuadrado. Entrano, rispettivamente, al loro posto: Sami Khedira, Blaise Matuidi e Douglas Costa. Tre nazionali al posto di altri tre: cambi che, praticamente, mantengono invariata la qualità.

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Lezione pratica di ‘rosa profonda’

Quando si parla di ‘rosa profonda’ non si va troppo lontano da un concetto di squadra simile. Questa Juventus non ha titolari: è il vero obiettivo per chi vuole essere grande. È un miglioramento verticale, netto, davvero innegabile.

Un anno fa, complice il cambio di modulo in corsa, i ricambi non sempre sono stati all’altezza. Lo dimostra il fatto che Sturaro ha dovuto, a volte, giocare in attacco. E lo stesso Dani Alves, oggi fatto passare da terzino, ha dato il meglio da esterno alto.

Insomma: il miglioramento della rosa a disposizione di Allegri è palese. Negarlo è distorcere la realtà: per un grande campione andato via, ne sono arrivati almeno un altro paio. Cambiamenti che, a fine anno, pesano: non è giusto ragionare con i ‘se’, ma una panchina così avrebbe fatto comodo a Cardiff.

C’è un ma…

Se proprio si volesse trovare un difetto, perché nessuna squadra ne è esente, è la fascia destra difensiva. Il reparto offensivo offre colpi e soluzioni incredibili, mentre la mediana è difficilmente migliorabile. Ci sono centrocampisti migliori, questo sì, ma sono attualmente irraggiungibili.

Un terzino destro, in attesa di un’ipotetica ‘rinascita’ di De Sciglio, servirebbe. L’italiano dà poche sicurezze, se non nessuna, mentre Stephen Lichtsteiner ha speso tantissimo in questi anni. Forse tutto, forse no: ma è inaffidabile per una stagione da 50 partite.

È una pecca che la Juve, nonostante ciò che si voglia credere e dire, si porta da più di una stagione. Nella scorsa, infatti, Dani Alves è diventato veramente decisivo da esterno. Lì dove, oggi, ci sono Juan Cuadrado e Douglas Costa: due che hanno tecnica, velocità, dribbling da top del ruolo. Marotta e Paratici ci lavoreranno in questi ultimi 15 giorni: basterà Spinazzola?

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