Matuidi day one: lasciamo parlare il campo prima di giudicare

Inutile girarci intorno: molti non hanno ben digerito l’acquisto di Matuidi. Alcuni lo hanno definito un ripiego per ovviare ad alcune negligenze che non hanno permesso alla società di arraffare un eccezionale talento che desse la luce al centrocampo bianconero. Altri lo hanno esaltato, sulla base dei numeri che lo stesso francese può vantare in virtù delle sue esperienze in giro per la terra d’oltralpe.

MATUIDI ACCOLTO TRA SCETTICISMO E SPERANZE

C’è scetticismo, tanto. Magari i più refrattari nei confronti del numero 14 ex Psg sono proprio quelli che in realtà non ne hanno mai visto una giocata, non ne hanno mai apprezzato un intervento difensivo piuttosto che un inserimento senza palla. Matuidi non è quel giocatore che ti fa brillare gli occhi quando lo vedi, a tratti è anche brutto. Non è Casemiro, non è Kroos, e magari non è neanche quel giocatore di cui la Juventus aveva un bisogno disperato, ma si avvertiva la necessità di un profilo esperto, che potesse essere in grado di dare il cambio ad un Khedira non in grado di sostenere il peso di quaranta partite all’anno e di potersi porre come indiscutibile riferimento tra gli undici titolari. Insieme a Marchisio o a Pjanic (più il primo che il secondo preferibilmente) il vice campione d’Europa a Francia 2016 può costituire un centrocampo di spessore, mix di quantità e qualità, di esperienza e di voglia di vincere. Matuidi non sarà neanche Tolisso, ma inutile biasimare Marotta per non aver concluso l’acquisto dell’altro francese, decisamente più apprezzato dai tifosi. L’ex Lione sarebbe stato quasi impossibile da impiegare nella Juventus a trazione anteriore di Allegri, che necessita di un centrocampo solido, rigorosamente formato da un registra e un interditore, caratteristiche che non riguardano, appunto, Tolisso, decisamente più utile da mezz’ala in un centrocampo a tre.

GOD SAVE MAROTTA

E qui veniamo al punto. Si legge di critiche durissime nei confronti di Marotta, Paratici e del loro operato in sede di mercato. Si può discutere dell’acquisto, a detta di molti sbagliato, di De Sciglio, che resta comunque molto opinabile, visto che il ragazzo ha ancora tanto da dimostrare ed eventuali critiche andrebbero rimandate ex post. Meno discutibili sono le altre manovre di mercato che hanno portato all’acquisto di ottimi giocatori come Douglas Costa, Bernardeschi, Bentancur ed alle cessioni, tra le varie,  di Lemina (grazie alla quale Marotta ha ricavato una più che sostanziosa plusvalenza considerando l’operato del gabonese) e Rincon. In un mercato così inflazionato, poi, portarsi a casa un giocatore esperto come Matuidi per la modica cifra di 20 milioni (che poi diventeranno 30 al raggiungimento di determinate condizioni), denota un’ottima capacità di programmazione e gestione delle risorse. Non è un caso che dalla Spagna si stiano alzando dei cori a sfavore dell’acquisto di Paulinho (peggior giocatore del Tottenham nel marzo 2017), pagato 40 milioni dal Barcellona al netto della metà dell’esborso investito dai bianconeri per l’acquisto di un titolare della nazionale francese.

Pazienza. Serve tanta pazienza, soprattutto quando si cerca di migliorare una squadra già competitiva a seguito di una delusione quale quella rimediata a Cardiff. Avere la lucidità di non giudicare così presto l’operato della dirigenza e le prestazioni di un giocatore prima del tempo. Lasciamo parlare il campo, poi saremo in grado di poter emanare una critica piuttosto che un elogio.

 

Vincenzo Marotta

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