Bienvenue chez toi Blaise: cosa significa Matuidi in bianconero

L’attesa è finita: la Signora lo cercava già l’anno scorso ed ora eccolo qui. Blaise Matuidi è pronto a vestire il bianconero. E con lui, la caccia al centrocampista, è virtualmente chiusa. Il suo arrivo non allunga semplicemente la coperta in mezzo, ma da’ tanti valori in più a Max per cambiare le carte in tavola. Col francese si aprono nuove possibilità.

BLAISE E’ GARANZIA

La prima caratteristica del nuovo innesto bianconero, e senza dubbio la più importante, è l’esperienza. Matuidi è un classe ’87 che tra Troyes, Saint-Étienne, PSG e soprattutto nazionale, ha accumulato minuti e fattosi “calli” da grande giocatore. Centrocampista centrale e mediano, Blaise può vantare di una potenza fisica invidiabile che ne caratterizza inevitabilmente lo stile di gioco: passaggi corti, si appoggia molto al movimento dei compagni, ed è attentissimo in fase difensiva. La protezione della palla e il suo contributo al supporto dei difensori è di fatto il suo pane quotidiano, cosa questa che garantisce un innesto fondamentale nel centrocampo bianconero. Tra Pjanic, Khedira e Marchisio, non sono di certo queste le qualità sulle quali Allegri ha potuto confidare, ecco perché il francese sarà determinante.

4-2-3-1

Nel modulo che ha fatto le fortune bianconere lo scorso anno, Matuidi rappresenta dunque un tassello dalle qualità indispensabili. Lo si è notato già nel precampionato: c’era bisogno di qualcuno in grado di dare consistenza al centrocampo, così da rafforzare anche la solidità della difesa. Il francese può giocare in coppia con tutti i centrocampisti già a disposizione, fungendo da diga davanti alla difesa in grado di contribuire alla costruzione del gioco e al contenimento degli avversari. In tandem con uno tra Pjanić, Marchisio e Khedira, sono diversi i risultati ottenibili, date le diverse caratteristiche di ognuno di loro. Matuidi può rappresentare la solidissima costante in grado di dare equilibrio e solidità a tutto il reparto, lasciando anche più “libertà” agli altri.

4-3-3/4-3-1-2

Il suo arrivo lascia però un’altra possibilità ad Allegri: il cambio modulo. Sì, perché con un centrocampista del suo spessore si può persino ipotizzare un ritorno a tre in mezzo, col francese da regista puro davanti la difesa e ai lati due tra Pjanić, Marchisio e Khedira. Sarebbe un cambio sostanziale per il centrocampo della Juventus, in quanto le abilità d’inserimento (di Marchisio e Khedira in particolare) dei compagni di reparto sarebbero sfruttate molto di più, e le incursioni singole (soprattutto Pjanić grazie al suo piede e creatività) sarebbero spine nel fianco per gli avversari. Per quanto riguarda il 4-3-3 sarebbe tutto da valutare anche in base alla posizione di Dybala e di Higuaín, mentre col 4-3-1-2, il numero 10 farebbe da trequartista dietro al Pipita e uno degli esterni adattati (o Mario Mandžukić). Valutazioni dell’attacco messe da parte, il centrocampo così ne guadagnerebbe sia in stabilità che dinamismo, col francese che diventerebbe un perno insostituibile. 

Con l’addio di Lemina e Rincón la Juve ha preso una chiara decisione: puntare su qualità ed esperienza. E Blaise Matuidi, in questo momento, non poteva che rappresentare la migliore opportunità. Forza, lucidità, grandi capacità nel gioco di squadra sono tutto ciò di cui il centrocampo juventino aveva bisogno. Non c’è altro da dire se non: Bienvenue chez toi Blaise. 

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