I 4 errori di una serataccia (e qualcosa da salvare)

La sconfitta della Juventus contro la Lazio è ampiamente meritata: partiamo da questo presupposto. I bianconeri hanno giocato 10 minuti, a essere generosi, lasciandosi guidare dal (buon) gioco biancoceleste.

Allegri è apparso confuso. Certo, se avesse vinto, molto probabilmente, si farebbero discorsi diversi. Ma i veri errori stanno in alcuni concetti impliciti alla scelta di questi undici: che pongono un punto di domanda anche sul mercato estivo.

Gioca chi non è in forma?

Primo fra tutti è l’aver schierato chi, forse, dava più garanzie, ma non necessariamente stava meglio fisicamente. Parliamo, per esempio, di Sami Khedira e Mario Mandzukic: lo avevano già dimostrato nel pre-campionato e lo hanno confermato all’Olimpico.

Un ritardo di condizione è comprensibile, lo è meno volersi comunque affidare proprio a loro. Hanno tante giustificazione, dalla grossa stazza di Mario ai problemi fisici di Sami, ma non ne ha Allegri. Aveva alternative, perché insistere sui due?

La fascia ai terzini

La scelta di Barzagli come terzino destro, poi, ha fatto storcere il naso a tanti già nel pre-partita. Soprattutto perché Andrea, nonostante sia un grande marcatore, ha evidenti limiti atletici che lo rendono poco incline a fare l’esterno. (Lo avevamo visto già Cardiff, se ce ne fosse stato bisogno).

Cuadrado, assente in fase offensiva e quasi sempre impreciso, ha dovuto ripiegare varie volte per coprire vuoti lasciati dal difensore azzurro. A inizio stagione, però, un dispendio fisico di questa portata può portare – e ha portato – a pessimi risultati.

Senza dimenticare come schierare un centrale adattato a terzino sa di bocciatura per i due di ruolo disponibili. De Sceglio è una scelta del mister, una scommessa condivisa da lui, ma ha bisogno di fiducia: questo non è certo l’inizio migliore.

Conservare… cosa?

Inoltre, questa scelta conservativa – inspiegabile, se non come un desiderio di puntare su automatismi consolidati – è un nonsense per un altro motivo ancora. Gli errori di questa sera insegnano poco e apportano poco alla crescita nella squadra dei nuovi.

Douglas Costa e Bernardeschi hanno bisogno di giocare, così come Allegri ha bisogno di sperimentare.

Altrimenti la corsa a rinforzare l’attacco, trascurando colpevolmente il centrocampo, si spiegherebbe poco. Nonostante tutto, c’è da dirlo, questo resta un errore della dirigenza: un centrocampista manca da ormai due estati, andava preso prima.

Mentre tutti criticano la difesa, infatti, il problema più grosso sta qualche metro avanti. Bonucci dava tantissimo in fase di impostazione, offrendo sempre uno scarico sicuro e soluzioni per ripartire. È meno abile in marcatura, anche se più aggressivo rispetto a Barzagli e Rugani – due difensori più tattici.

Cosa voglio dire?

Che la partenza dell’ormai capitano rossonero non è una perdita prettamente difensiva, e si sa, quanto di collettivo. Lo stile di Bonucci permetteva ai due centrocampisti di giocare diversamente e, se vogliamo, con una maggiore sicurezza.

Servirebbe, adesso, un centrocampista di maggiore fisicità oppure un centrocampo più folto. Marotta ha assicurato che qualcuno arriverà, vedremo chi: se Matuidi, però, il passaggio a tre è abbastanza dovuto. Sarebbe molto difficile immaginarlo con Khedira, visto che pure il tedesco è abituato a inserirsi.

Un centrocampo che non riesce a filtrare le scorribande avversarie porta, inevitabilmente, la difesa a soffrire di più. Per intenderci, se proprio si potesse prendere chi si vuole, un acquisto ideale sarebbe Arturo Vidal.

Il lavoro duro inizia adesso

Bisogna trovare al più presto nuovi equilibri, che sono mancati nella retroguardia bianconera. Bisogna, insomma, adattarsi alla perdita di una pedina e assumere una nuova forma. Le qualità dei singoli non si discutono. E il calcio non è una scienza esatta, in cui si possono programmare esattamente sistemi ed effetti.

Per esempio, però, si deve spingere molto – ma molto – di più sulle corsie laterali. Riuscire ad attrarre gli avversari sugli esterni, come naturale conseguenza, creerà anche corridoi centrali, dove uno come Khedira potrebbe andare a nozze. E sarà importantissimo trovare la giusta alchimia tra i 3 sulla trequarti, perché il dialogo negli spazi stretti potrebbe creare altre trame interessanti.

Cosa portare via?

Detto ciò, però, la brutta serata romana lascia sul fondo di quello che non va qualcosa da portare via con cura. Come la capacità di ribaltare una partita giocando, sì e no, una manciata di minuti sul finale. Una dimostrazione di forza in una partitaccia che, con le dovute proporzioni, ricorda Firenze di una stagione fa.

Ciò che fa ben sperare, inoltre, è la reazione dei bianconeri: tutti si sono dimostrati consapevoli di avere tantissimo da migliorare. Lo sarà anche la società, che attualmente ha costruito una squadra incompleta. Ma, in fondo, siamo al 13 agosto: niente è perduto, così come niente è conquistato.

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