Bernardeschi o Douglas Costa? Quando il ”Made in Italy” è la scelta giusta

Partiamo da un presupposto. Prenderli entrambi sarebbe la soluzione a tutti i problemi che la Juventus, consequenzialmente al cambio di modulo, ha riscontrato sotto il profilo della disponibilità di risorse tecniche. Con la pratica Schick – che peraltro Allegri vorrebbe integrare in rosa da subito come vice Higuaín – ormai già archiviata, e il recupero di Pjaca, la dirigenza bianconera si sta muovendo alla ricerca di quei profili che possano garantire ottime prestazioni (anche) subentrando dalla panchina, portando contestualmente avanti un discorso di investimento e crescita giovani.

OBIETTIVI DI MERCATO

I nomi caldi del mercato Juventino, ormai, sono sulla bocca di tutti. I desideri più radicati parlano di un acquisto congiunto di Douglas Costa e Bernardeschi, due ragazzi non propriamente anonimi. Il doppio colpo, però, presupporrebbe un esborso molto oneroso. Nulla di eccessivamente grave per una società che ha ammortizzato l’acquisto di Higuaín in pochissimo tempo, ma che sicuramente nel breve periodo potrebbe pregiudicare l’acquisto di un centrocampista di altissimo livello per sopperire, nel caso specifico, non alla mancanza di alternative, ma alla presenza di alternative di un livello non appropriato per la Champions. Ed è qui che la dirigenza deve farsi carico di un’analisi costi-benefici adeguata agli obiettivi finali.

FARE DI NECESSITÀ VIRTÙ

Negli ultimi giorni si è parlato di una probabile cessione di Cuadrado, che renderebbe sicuramente possibile l’assalto ad entrambi gli attaccanti in trattativa. La sensazione, tuttavia, è che difficilmente Allegri sia propenso a privarsi di uno dei giocatori simbolo della cavalcata europea della scorsa stagione, nonostante da questa cessione possano derivare degli introiti importanti. D’altra parte, come ha ben ribadito Chiellini: ”La Juventus non è più una società che per comprare ha bisogno necessariamente di vendere”. Certo è che la sicurezza non è mai troppa e nel caso in cui le disponibilità economiche richiedano forzatamente l’arrivo di uno solo dei due attaccanti, su quale puntare maggiormente? I più esterofili e amanti del mito brasiliano risponderebbero, non completamente a torto, Douglas Costa.

DOUGLAS COSTA

E in effetti l’ex Shaktar ha dei numeri molto interessanti dalla sua, che lo rendono un discreto finalizzatore e un più che buon assistman. Funambolico, spettacolare, esplosivo e ottimo tiratore dalla distanza.

Chi lo segue da tempo, però, sa che già sotto la guida di Lucescu, prima di approdare in terra bavarese, Costa peccava già di una certa discontinuità che nei momenti caldi della stagione può risultare un fattore importante a sfavore. Peraltro il nome brasiliano tende sempre a far lievitare il prezzo – non tanto del cartellino quanto dell’ingaggio, visto che il giocatore pretenderebbe un contratto da 7 milioni netti all’anno –  e a camuffare dietro una grandissima euforia tanti piccoli difetti che il classe ’90, per esperienze e formazione calcistica, si porta inevitabilmente dietro. Douglas Costa avrebbe certamente serie difficoltà ad ambientarsi nel campionato italiano in cui notoriamente le difese sono molto più ostiche rispetto a quelle del campionato tedesco, dove spesso vengono lasciati molti spazi aperti in cui giocatori dalle elevate caratteristiche tecniche possono fare la differenza.Per non parlare poi di quel sacrificio nella fase difensiva che Allegri pretende da tutti gli undici in campo e a cui il ragazzo di Sapucaia Do Sul non è per nulla abituato.

FEDERICO BERNARDESCHI

E poi c’è Bernardeschi. Mancino, classe ’94, numero 10 della Fiorentina. Piede delicato, grande visione di gioco, abile su calcio piazzato e nel tiro dalla distanza. La Juventus sta lavorando per portarlo a Torino ad una cifra che si aggirerebbe intorno ai 40 milioni più bonus, visto che i Della Valle lo lascerebbero andare solo per 50 milioni. Non che il ragazzo di Carrara sia nettamente più forte di Douglas Costa, anzi, forse il brasiliano lo supera decisamente in quanto a esperienza internazionale. Il nazionale italiano, però, compensa una piccola mancanza di esperienza internazionale (che con gli impegni in Europa League con la sua Fiorentina prima, con la maglia azzurra poi, sta lentamente acquisendo) con il fattore anagrafico (Bernardeschi ha 23 anni, a fronte dei quasi 27 di Costa) e con la possibilità di poter ricoprire sia il ruolo attualmente occupato da Cuadrado/Dani Alves che quello occupato da Dybala, grazie alla sua naturale propensione da fantasista (a differenza del numero 11 del Bayern che non può essere impiegato da trequartista puro).

Conosce il campionato italiano dove quest’anno si è messo in mostra per le sue undici reti, che non sono assolutamente poca cosa, ed è dotato di uno stile di gioco che rispecchia in pieno quello che il tecnico della Juventus pretende dai suoi attaccanti: spirito di sacrificio, fase difensiva e recupero della palla già dal centrocampo, così come fatto da Dybala negli ultimi due anni. Ultimo dettaglio, che per il tifoso è di poco conto ma che per la dirigenza è fondamentale: il numero 10 della Viola attualmente percepisce uno stipendio di 700000 euro!

La storia della squadra bianconera insegna che il nome brasiliano ha sì un certo fascino, ma anche che non tutti i verdeoro costituiscono garanzia certa di successo. Beninteso, Douglas Costa non è Felipe Melo, ma spesso il Made in Italy è molto più sicuro di qualsiasi prodotto estero, soprattutto considerando che negli ultimi tempi i nostri ragazzi stanno dimostrando di poter competere ad altissimi livelli anche in età (molto) giovane.

 

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