Marotta apre alle seconde squadre: “Fondamentali per la crescita dei giovani”

Una grande squadra nasce con alle spalle una grande società. Questo è il concetto che è nella testa dei dirigenti juventini, su tutti, Giuseppe Marotta. L’operato dell’ad bianconero è stato fondamentale per la ricostituzione della potenza bianconera. Ed è proprio sul concetto di crescita che si è soffermato il  dirigente bianconero, nella giornata di oggi, con le parole rilasciata ai tifosi J1897 Member, allo Juventus Stadium.

“I giovani sono la base da cui partire”

KeanMarotta ha parlato dell’importanza del settore giovanile e della grande attenzione della società torinese al proprio vivaio. Queste le sue parole: “Abbiamo il dovere di far crescere giovani campioni in casa. In Italia, purtroppo, non è come in Spagna ed il ragazzo che esce dalla Primavera deve interrompere la crescita. L’auspicio è che si riesca a capire l’importanza della seconda squadra“. Una chiara presa di posizione, dunque, su uno degli argomenti divenuti ormai principale oggetto di discussione tra i vari club di Serie A.

“La Spagna come riferimento”

L’ex dirigente della Samp ha poi proseguito parlando della “Continassa”. Per chi non lo sapesse, è questo il nome del nuovo centro sportivo di Madama, dove si allenerà in futuro la prima squadra e, forse, la primavera juventina. “Alla Continassa andrà la prima squadra e, forse, la seconda squadra. I modelli di riferimento, penso alla Spagna, hanno le seconde squadre mentre in Italia non ci sono. Quando si conclude il settore giovanile ci si ferma, il giovane calciatore non trova sbocco nella prima squadra perché non è ancora pronto. Tanto più è alto il livello, tanto è difficile l’inserimento” . Ovviamente come dar torto a Marotta. Il modello di riferimento, come dichiarato, sarà quello spagnolo, l’unico capace di portare costantemente le proprie squadre ai vertici del calcio europeo e mondiale.

“Meno prestiti!”

La seconda squadra eviterebbe anche i prestiti dei giocatori in giro per l’Italia e non solo. Marotta è chiaro sulla questione: “In questo modo si perde il fattore di crescita dato dalla qualità dei giocatori con cui si allenerebbero. Il calcio italiano deve capire che le seconde squadre sono propedeutiche all’ingresso in prima squadra”. Non è un caso infatti se quelli che erano considerati veri e propri talenti si sono persi nel corso del tempo. L’argomento tocca da vicino anche la Juve: basti pensare ai vari Leali, Fausto Rossi, Bouy e via dicendo. Insomma, l’argomento è molto delicato e andrà approfondito. Nel frattempo la Juve, nella persona di Marotta, sa quale strada percorrere.

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