Juve, è la Coppa Italia di tutti. Terza volta di fila, vincere non stanca mai

L’appetito vien mangiando. Il detto trova quantomai conferma nella storia recente della Juve. La società bianconera mette in bacheca la terza Coppa Italia di fila e dimostra che la fame non passa. Anzi, aumenta. Allegri non sarà rabbioso come il suo predecessore, ma la sua creatura è più famelica che mai. Quando conta non sbaglia, quando può fa spazio in bacheca. La Juve scrive un altro record, scrive ancora la storia, si dimostra di un altro livello rispetto a tutti in Italia. E questo trofeo, più di qualunque altro, è davvero di tutti.

È la coppa di chi ha giocato meno e si è fatto trovare pronto, di chi ha messo lo zampino all’inizio del percorso e chi invece è venuto fuori alla distanza. Allegri e la società tutta hanno costruito un gruppo completo: tecnicamente, tatticamente e coralmente. Gli abbracci, le feste sfrenate che coinvolgono esclusi e infortunati, la gioia sfrenata di chi dovrebbe essersi abituato. Ma no. L’abitudine non esiste. L’abitudine rallenta e avvelena i deboli. Chi ha nel cuore e nella testa la voglia di vincere a tutti i costi e fino alla fine (guarda un po’…) non si abitua mai. Ogni vittoria è bella come la prima. Ogni trofeo vale oro. Platino.

Oltre a gruppo, c’è un’altra parola emersa dai festeggiamenti della Juve: Cardiff. Sì, la testa anche durante lo sballo della vittoria era concentrata al prossimo obiettivo. Scudetto prima, Cardiff poi. Perché un altro detto dice che vincere aiuta a vincere. E anche stavolta la Juve ne è una dimostrazione. Con una Coppa che assume un valore ancora più importante di quello intrinseco: diventa simbolo di fame e voglia di vincere tutto e ancora, ancora. Senza fermarsi. Insieme.

Edoardo Siddi

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