Higuaín, miracoli di Strakosha o stanchezza?

È una notte di festa, di celebrazione per una vittoria importantissima con un leggero retrogusto di liberazione. Diciamolo, la sconfitta di Roma è stata abbastanza pesante e mal digerita. Poteva far male, poteva destabilizzare l’ambiente in un momento cruciale della stagione e della storia bianconera. Stasera, invece, è andato tutto per il meglio, l’Olimpico si è inchinato alla superiorità della Juventus, regina indiscussa del primo tempo e solida nella seconda frazione.

ALTI E BASSI

Questa Juve è sempre più nella storia, ennesimo record infranto dai ragazzi di Allegri: la prima squadra a vincere tre Coppe Italia consecutivamente. Step by step, si rincorre il sogno proibito, ma prima c’è un campionato da vincere e un Crotone da dominare.

Torniamo a questa sera, va fatta una considerazione molto importante. Il Pipa poteva far meglio sottoporta? Sì, c’è poco da dire in sua difesa. Perfetto nel dare una mano in fase difensiva, preziose le sponde e il supporto ai compagni in ogni fase della manovra offensiva, ma quelle occasioni vanno capitalizzate. Se poi porti quel nome sulla maglia non bisogna neanche sottolinearlo.

IN DEBITO D’ENERGIE

La pressione non è stata certamente la nemica di Gonzalo, la stanchezza molto probabilmente. L’argentino è stato il giocatore più utilizzato tra le squadre italiane, toccando quota 52 presenze nel big match di stasera. Se contiamo il fondamentale contributo difensivo e i costanti tagli nella metà campo avversaria, il numero delle partite giocate sembra follia pura.

Complimenti Pipa, ma purtroppo (o per fortuna) tu devi essere l’uomo sempre decisivo, un killer spietato nell’area di rigore oltre che un guerriero per la squadra. La condanna, splendida, dei nueve è questa: segnare, segnare e ancora segnare.

LA FIRMA CHE MANCA

Il tuo nome poteva rimanere impresso nella storia della competizione, in un 17 maggio che apre le porte a un finale rovente e carico di emozioni, forti e pure. Strakosha ha innalzato la saracinesca, ma nel primo tempo potevi e dovevi far meglio. Con un po’ di rabbia e fame in più il poetico passaggio di Dani Alves si sarebbe trasformato in gol, un destro che avrebbe mandato ko la Lazio di Inzaghi.

Nel secondo tempo stessa situazione, stesso epilogo. Quel pallone non è entrato, infondendo un briciolo di speranza ai biancocelesti. La stanchezza ha tolto lucidità al Pipa, quella stessa lucidità che andrà ritrovata prima di Cardiff, prima della notte che tutti stiamo aspettando.

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