Trieste, Vucinic, le lacrime e l’invasione di campo: quel meraviglioso 6 maggio 2012

Certo, il cinque maggio da un punto di vista simbolico per gli juventini è qualcosa di unico. E certo, oggi, 6 maggio 2017, i pensieri devono andare tutti alla partita di stasera contro il Torino, che potrebbe consegnare ai bianconeri un gran bel pezzo di Scudetto. In questa giornata già carica di significato, però, il tifoso juventino non può non pensare al 6 maggio di cinque anni fa, quando a Trieste gli uomini di Antonio Conte conquistarono uno degli Scudetti più belli della storia bianconera, il primo dell’era degli Invincibili.

TRIESTE-MILANO – Fisicamente il luogo del trionfo era il campo neutro di Trieste, ma quella sera l’attenzione era divisa esattamente a metà tra il capoluogo friulano e Milano. Da un lato Cagliari-Juve, giocata appunto a Trieste, formalmente “in casa” dei sardi, ma di fatto in uno stadio tutto bianconero; dall’altro San Siro e il derby di Milano, con il Milan di Allegri che sfidava l’Inter di Stramaccioni per avere ancora un briciolo di speranza nella corsa Scudetto.

VUCINIC-MILITO – L’attenzione di tutti i tifosi bianconeri, quella sera, era tutta su due campi: alla Juve bastava fare più punti del Milan per essere campione. Pronti via e la mette dentro Vucinic, mettendo la partita in discesa per i bianconeri: dopo 6 minuti si inizia ad alzare il volume delle radioline, perché ora è da Milano che servono buone notizie. E arrivano subito, con il primo gol di Milito. A fine primo tempo, però, sempre da San Siro arriva la notizia del pareggio di Ibrahimovic. Intervallo: al momento, la Juve sarebbe campione d’Italia, ma il secondo tempo è lunghissimo, e infatti passa un minuto e Ibra fa doppietta portando avanti il Milan e gelando Trieste. Pochi minuti dopo pareggia ancora Milito, e allora c’è spazio per i 15 minuti più belli della stagione juventina. 

TRIONFO – Al 74′ la partita di Trieste, che era comunque rimasta equilibratissima con il Cagliari sempre vivo, vede calare il sipario: un rimpallo provoca l’autogol di Canini, è 2-0 e ora tutti quanti, panchina e giocatori compresi, pensano solo a Milano. Passano circa cinque minuti e Trieste esplode, perché arriva la notizia del 3-2 di Milito: ora al Milan servono due gol in dieci minuti per tenere aperto il discorso scudetto. Ne passano otto, ma a segnare è ancora l’Inter, stavolta con Maicon. A quel punto non ci sono più dubbi, Antonio Conte inizia ad abbracciare la sua panchina, pur continuando a telecomandare i giocatori in campo, mentre a bordo campo iniziano ad arrivare anche i dirigenti della Juventus. Orsato fischia tre volte, la partita è finita e c’è spazio solo per il delirio: arrivano le lacrime di gioia, i tifosi invadono il campo e parte una notte di festeggiamenti indimenticabili, da Trieste a Torino, passando per ogni singola città italiana. Quella notte è iniziata una favola, quella degli Invincibili, che in questo fine settimana potrebbero scrivere un nuovo, storico capitolo.

Alessandro Bazzanella

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