Chiellini: “Il Monaco sta andando fortissimo, merita rispetto”

Occhio al Monaco. A dirlo è proprio Giorgio Chiellini che domani si ritrova a sfidare l’outsider della Champions League e soprattutto un paio di attaccanti come Falcao e Mbappé. Il difensore della Juventus non dà nulla per scontato, parlando con France Football: “Saranno due partite difficili, il Monaco fa una stagione straordinaria”.

RISPETTO PER IL MONACO

“Al sorteggio c’è chi diceva che sarebbe stato semplice – precisa il centrale bianconero -, sostenere ciò significa conoscere male le cose di calcio. Seguivo già da qualche mese il Monaco e constato che non hanno mai mollato e stanno facendo una stagione straordinaria con statistiche da pazzi in Ligue 1 e un percorso superbo in Champions. Il Monaco è uscito primo dal suo gruppo e ha disputato grandi partite contro il City, battendo il Borussia a Dortmund. Meritano rispetto.

Da tenere d’occhio non solo Silva e Fabinhogià presenti ai quarti due anni fa e che ormai giocano a grandi livelli, ma pure i vari Lemar, Mendy, Mbappé, Bakayoko che ho scoperto quest’anno e sono eccellenti. E poi c’è Falcao che sta tornando quello che tutti ammiravano”. E poco importa il numero di reti incassate dalla Juve: “E’ relativo, siamo stati anche fortunati, come contro il Lione. A volte è questione di centimetri, ma la Juve gioca in simbiosi. Il successo è collettivo”.

E sui due gol subiti: “E’ relativo, siamo stati anche fortunati, come contro il Lione. A volte è questione di centimetri, ma la Juve gioca in simbiosi. Il successo è collettivo. Mandzukic? È il simbolo della Juve“.

IL FUTURO

Per Chiellini quindi il doppio confronto con il Monaco sarà una sfida vera e il difensore non intende tirarsi indietro, mostrando il suo carattere in campo: “E’ la passione che mi motiva”. In campo dove ormai è uno dei centrali più forti in circolazione, da ex terzino sinistro con il mito di Maldini: “Quando cambiai ruolo, vidi davanti a me una luce incredibile”. Che non si è ancora spenta: “Non ho ancora fissato una data per ritirarmi. Mi sento meglio di un paio di anni fa. Deciderò anno su anno, con l’idea di continuare se mi sento al top. Poi mi piacerebbe rimanere nel calcio, ma non da allenatore: troppo stress e troppe cose da gestire fuori dal campo.

Tornerà utile allora la laurea: “Non è vero che ai giocatori manca tempo. Studiare è una questione di volontà, per me è una passione che mi ha permesso di non pensare solo al calcio e di pormi delle sfide”. Come quella che inizia domani a Montecarlo.

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