Questa Juventus delizia palati…

Fegati spappolati, ansie, urli, ciabatte tirate contro il televisore, insulti a Neymar, macumbe, riti propiziatori, gonadi stritolate: alzi la mano chi non ha compiuto questi gesti almeno una volta. Sono arrivati a Barcellona con umiltà, senza fare proclami, senza battere ciglio. Non hanno dichiarato guerra, non hanno deposto le armi. Qualcuno dirà che hanno parcheggiato gli uomini davanti a Buffon, cercando di tirare avanti fino al triplice fischio di Kuipers. Altri diranno che con questo Barcellona la vita era facile, perché Iniesta è a fine carriera, la difesa scricchiola, quest’anno non sono così forti, sono alla fine di un ciclo, eccetera eccetera.

I TORMENTONI DELLA SETTIMANA

La verità è quella che tutti hanno visto, dati inconfutabili: “aggregate” 0-3, come recita il tabellone in tv a fine partita. Andata e ritorno da capogiro: quanti avrebbero puntato a occhi chiusi su un passaggio del turno bianconero, dopo la semifinale col Napoli? In molti avranno pensato “se si gioca così oggi, chissà contro il Barça…”. Altri benpensanti si saranno riempiti la bocca sottolineando quanto la MSN abbia segnato negli ultimi anni, quanto Neymar sia diventato imprescindibile per la squadra, quante volte hanno portato a casa la remuntada (termine che se Dio vuole non sentiremo per un bel po’) e soprattutto: quante volte ci hanno ricordato il 6-1 col Paris Saint Germain?

IL BENEDETTISSIMO 6-1 COL PSG

La Juventus è stata paragonata più ai francesi che ai catalani: poteva la Juve subire così tanti gol al Camp Nou, dove tutto è possibile? Si, ok, ne ha subiti solo due in tutta la Champions, ma l’atmosfera, lo stadio, l’arbitro, loro che in casa si trasformano e attaccano a spron battuto, come se non ci fosse un domani. Senza contare che loro hanno sempre segnato più di tre gol in casa, proprio quello che serve loro. La maggior parte delle persone che hanno messo bocca sull’argomento era unanime: la Juve è più forte del PSG, non prenderà così tanti gol.

CAN CHE ABBAIA NON MORDE

Forse la Juve è più forte di Cavani & friends, ma oggi contava essere più forti del Barça. Più forti delle tradizioni, dei precedenti, dell’amarcord. Oggi contava essere forti, lucidi, come voleva Max prima della partita. E lo sono stati: il Barça è stato un cane feroce legato ad una cuccia chiamata Camp Nou; il suo padrone Luis Enrique ha minacciato di sguinzagliare i suoi bulldogs, ma non lo ha fatto, giusto qualche ringhio. Dovevano mettere otto attaccanti, dovevano essere in grado di segnare cinque gol: non ne hanno fatto mezzo.

IL SILENZIO DEL CAMP NOU

La Juve ha giocato da grande squadra, soffrendo il giusto, lasciando correre gli avversari quando era inutile, farli sfogare quando non era necessario, far perdere loro pian piano la speranza. Lo stadio, inizialmente pronto ad esplodere, si è zittito man mano che i gol non arrivavano, fino a quando hanno capito che i miracoli non avvengono ad ogni schiocco di dita. La Juve ha mangiato il Barcellona, ed ora andrà alle semifinali.

NESSUNA PAURA PER IL FUTURO

Si parlerà di avversari più o meno abbordabili, ci si chiederà chi sia meglio affrontare, quale squadra è più alla portata dei bianconeri per caratteristiche e per modo di giocare. La verità? Questa è la Juventus: sotto a chi tocca. Non ha ancora vinto nulla, ma questa squadra può battere chiunque.

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