Barcellona-Juve, quando il “catenaccio all’italiana” di Allegri è l’arma vincente

La Juventus esce dal Camp Nou con uno 0-0 che vale oro considerando il grande traguardo raggiunto. Semifinale di Champions e zero reti subite davanti alla bolgia della stadio blaugrana, che poco tempo fa era stato teatro della rimonta del Barça sul Psg. Pareggio frutto anche del cosiddetto “cattenaccio all’italiana” che si rivela arma vincente.

Un risultato inaspettato, dunque, alla vigilia, per una sfida che si presentava, se non come l’insperata “remuntada” degli uomini di Luis Enrique, sicuramente ricca di gol. Questo è il frutto di uno stile di gioco che Massimiliano Allegri ha saputo far suo. Il baricentro costantemente basso e il solo Pjanić a far da raccordo tra centrocampo e attacco. A steccare questa volta è stato l’attacco, apparso in difficoltà anche di fronte ad una difesa non propriamente brillante, unica nota sbiadita della partita.

In effetti, dal punto di vista tattico, la partita di stasera è molto simile a quella andata in scena al San Paolo. Sicuramente il risultato inganna (ricordiamo la complicità di Neto nei gol subiti e la serata di grazia di Higuain) anche se gli aspetti simili non mancano. La squadra bianconera nell’occasione ha giocato gran parte della partita nella propria trequarti, cercando di sfruttare le ripartenze con gli esterni. La stessa tattica è stata utilizzata contro il Barcellona, affidando le occasioni nei piedi di Cuadrado che non ha trovato, in questo caso, le finalizzazioni del pipita e l’estro di Dybala a concludere le azioni.

Detto questo, Allegri ha  il merito di essere il sarto in grado di cucire un vestito adatto alla sua Juve a seconda delle occasioni, anche quello del “catenaccio” se necessario. Nel frattempo la Vecchia Signora è l’unica squadra a non aver subito gol al Camp Nou in questa edizione del torneo, senza contare l’ottavo cleen sheet consecutivo. La consapevolezza ora è quella di avere un nuovo sistema di gioco reso efficace da una squadra che dimostra ancora una volta di saper soffrire e che sembra davvero non porsi limiti.

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