No, non è stato Davide contro Golia

Un paio di anni fa, dopo una partita del genere, il titolo più gettonato sarebbe stato “Davide contro Golia”, il più classico dei modi per riassumere un’impresa. Oggi, però, non vogliamo farlo: no, perché ci sono un milione di modi per descrivere la pazzesca Juventus-Barcellona di ieri sera, ma tra questi non c’è la parola “impresa”. Ed è proprio questo che deve essere considerata la vittoria più grande di Allegri e dei suoi ragazzi, che non è dipesa dai novanta minuti dello Stadium ma da tutto il lavoro dei mesi precedenti. Non è stata un miracolo isolato, è stata una grandissima squadra che ha battuto un’altra grandissima squadra.

“Golia contro Golia”, per dirla in modo forse un po’ banale. La magica notte di Torino ha fatto capire a tutti in modo chiarissimo che la Juve è a tutti gli effetti una delle quattro grandi d’Europa insieme ai blaugrana, al Bayern e al Real Madrid. Il calcio poi è strano e a Barcellona, si sa, può succedere di tutto, ma il punto non è questo: i bianconeri hanno dimostrato di poter ambire molto seriamente alla Coppa dalle grandi orecchie. L’hanno fatto prendendo a pallonate i campioni d’Europa di due anni fa, ma anche e soprattutto nell’arco di un lungo percorso.

Un percorso che sembra iniziato proprio da quella maledetta notte di Berlino, da quelle lacrime dopo una finale persa ma giocata a viso apertissimo, dimostrando di non essere poi così distanti dai livelli dei top club. Dopo quella notte la Juve è cambiata e il cammino verso la vetta dell’Europa è iniziato: è passato dagli ottavi persi per un pelo contro il Bayern l’anno scorso, dal difficile girone di quest’anno dominato senza grossi problemi, dalla facilità con cui Allegri si è sbarazzato del Porto e, ovviamente, dal Dybala-Dybala-Chiellini di una notte indimenticabile.

A prescindere da quello che succederà a Barcellona (e magari a Cardiff, dopo un’altra trasferta europea), la Juve ieri è uscita dallo Stadium da grande squadra, da top club europeo, e a Barcellona sarà la squadra da battere. La Juventus, in due anni, è diventata Golia.

Alessandro Bazzanella

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