L’emozione del giorno dopo

È il giorno dopo. Non un giorno dopo, ma il giorno dopo. Il giorno dopo il 3-0 al Barcellona, il giorno dopo aver vissuto un quarto di finale con pochi precedenti nella storia. Noi eravamo lì al nostro posto in Curva Nord a goderci tutta l’emozione, le vibrazioni del prepartita, la lettura della formazione col gioco di luci, l’inno della Champions. E poi il gol di Dybala dopo pochi minuti, la parata di Buffon su Iniesta proprio sotto i nostri occhi, ancora Dybala e poi Chiellini in gol sotto la Nord. E poi l’inno alla fine, e l’uscita dallo Stadium con gli occhi a cuoricino, l’entusiasmo, la soddisfazione, la sensazione di aver fatto un’impresa. Non è finita, ci sarà il ritorno, ma la Juve è stata incredibile.

COME NASCE UN’IMPRESA

Vi vogliamo raccontare di un momento significativo. Quello che poteva far capire il vero valore delle squadre in campo, magari non a livello tecnico, ma mentale. Sta per iniziare il secondo tempo e i giocatori rientrano in campo alla spicciolata. Quelli del Barcellona vanno a prendere posto nelle loro posizioni di partenza, come posizionati da una mano invisibile, quelli della Juve fanno il giro a caricarsi, chiamarsi, abbracciarsi, come si fa a inizio partita. Un modo per darsi forza, un modo per farsi sentire tutti parte dello stesso grande scopo, come testimoniavano già le esultanze di tutti dopo i gol della Joya, come dimostravano già gli sguardi di Paulo e Mario dopo il gol del 2-0. C’era voglia di impresa, c’era consapevolezza dei propri mezzi, c’era la sensazione che si affrontavano i campioni con altrettanti campioni, in campo, in panchina e perché no, sugli spalti. Lo Stadium ieri è stato perfetto, tutti a cantare, a saltare, a incitare nonostante ancora una piccola parte della tifoseria della Sud fosse in sciopero. Ma il clima era rovente, e tutti i settori si son fatti facilmente trascinare nel tifo.

LA PARTITA CHE ENTRA NELLA MEMORIA

Solo lunedì chi scrive vi ha raccontato o se preferite riportato alla memoria il precedente scontro tra Juve e Barcellona del 2003. Ed è proprio da quella edizione della Champions che ci è rimasta scolpita quella che è stata finora la partita più bella della Juve nei primi 20 anni di abbonamento. Non si trattava tuttavia di quella partita ma del turno successivo: la semifinale con Real Madrid, persa 1-2 al Bernabeu e ribaltata al Delle Alpi con una partita semplicemente perfetta. 3-1 targato Trezeguet, Del Piero e Nedved (e Zidane per il Real), e con un Buffon strepitoso allora come ieri, che parò un rigore a Figo sempre sotto la Nord che avrebbe cambiato le sorti del passaggio del turno. L’incontro di ieri sera entra di diritto almeno come sfidante alla palma di partita più bella, anche se quella col Real continua ad avere due piccoli “vantaggi”: era la semifinale, e la vittoria valse effettivamente il passaggio del turno. Qui siamo un round prima e c’è ancora il ritorno, ma la Juve di eri sera ci ha davvero emozionati, soprattutto ci ha lasciato la convinzione di essere maturata e cresciuta in maniera clamorosa anche a livello europeo. Gli undici che sono scesi in campo non hanno niente da invidiare a nessuno. E se pensiamo che in panchina c’erano Barzagli e Rugani per la difesa e Marchisio per il centrocampo abbiamo un’idea anche delle ulteriori potenzialità di squadra. Manca una grande riserva per l’attacco, adesso che col nuovo modulo son tutti dentro e che Pjaca non ci sarà fino a dopo l’estate, ma davvero con quegli 11 si può tenere testa a tutti.

E’ impossibile scegliere un migliore ieri sera. Alex Sandro ha fatto fase difensiva e offensiva con la stessa disinvoltura, Ciellini e Bonucci hanno cancellato la MSN, Dani Alves ha giocato una gran partita anche e forse soprattutto dopo l’ammonizione ingenua, Pjanic e Khedira hanno fatto girare benissimo il centrocampo dettando tempi, inserimenti e recuperando decine di palloni, Cuadrado ha fatto il bello e il cattivo tempo su quella fascia servendo l’assist del primo gol, di Mandzukic non abbiamo più niente da dire. Dybala ha fatto il fenomeno vero e Higuain un po’ meno cinico del solito ha per partecipato molto alla manovra. E là dietro, Buffon ha chiuso tutto, con un paio di interventi da urlo. Abbiamo voluto citarli tutti, perché ieri se lo meritano tutti. Le emozioni sono ancora fortissime, vive, e non possiamo che ringraziare questa squadra meravigliosa condotta alla grandissima dal signor Massimiliano Allegri. Perché sì, la citazione è d’obbligo anche per lui.

Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)

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