Higuain come Altafini: “Tu quoque, Brute, fili mi”

L’espressione attribuita a Giulio Cesare (“Tu quoque, Brute, fili mi!”) è forse quella che riesce più di tutte a rappresentare una legge da anni sempre valida, la dura legge dell’ex. Con 4 gol in 4 partite e la doppietta micidiale di ieri sera al San Paolo contro la sua ex squadra, entra di diritto anche Gonzalo Higuain tra i bomber che hanno sanguinosamente castigato il loro vecchio amore.

C’ERAVAMO TANTO AMATI

Gonzalo Higuain e la Juve, pochi mesi or sono ed è già grande amore. L’attaccante argentino sbarcato a Torino questa estate sta mostrando con la maglia bianconera quello che già a Napoli lo scorso anno aveva ampiamente dimostrato con lo storico record delle 36 reti, ossia di essere un cecchino spietato e di “vedere” la porta come pochi. E soprattutto contro il Napoli, con la maglia bianconera, Higuain ieri sera ha gelato un San Paolo che prima in campionato domenica sera e poi in Coppa Italia ieri sera, l’ha surclassato con fischi e pernacchie. Higuain ha fatto valere una legge antica ma sempre attuale, quella dell’ex tanto amato che punisce un suo grande (ed ex, appunto) amore. Ma ha dimostrato anche il suo amore e il suo attaccamento alla gente di Napoli con quell’esultanza polemica, ad indicare De Laurentiis in tribuna d’onore, come motivo di discordia e come la ratio che ha portato il suo abbandono alla squadra partenopea. Come non biasimare i tifosi napoletani che si sentono traditi dal pipita, ma l’esultanza di ieri del Gonzalo bianconero ci obbliga a pensare che “sotto” la sua cessione ci sia dell’altro.

COME ALTAFINI

Higuain non è stato il primo e non sarà nemmeno l’ultimo calciatore ad indossare i panni del “traditore”, panni che a Gonzalo stanno stretti e non per la sua forma fisica, eccellente a guardare la prestazione di ieri, ma perchè le dinamiche nascoste sul suo trasferimento alla Juve lasciano presagire uno scontro con il patron dei campani che anche in futuro si prospetta senza esclusioni di colpi. Un altro bomber che ha lasciato il Napoli per sposare e vincere con la maglia bianconera è sicuramente Josè Altafini. Dopo sette stagione al Napoli, nell’estate del 1972 Josè passa alla Juventus per coniare l’appellativo “alla Altafini”, visto che il bomber brasiliano non più giovane era solito entrare (e risolvere) le partite nei minuti finali. Cosa che, facendo un parallelo con Higuain che ci sta a pennello, accadde nella partita tra Juventus e Napoli nel campionato 1974-1975. Altafini entra a pochi minuti dalla fine e all’88’ realizza il gol che permette alla Juventus di staccare e vincere un altro scudetto ai danni del Napoli, che arriverà secondo. Indimenticabile la scritta fuori il cancello del San Paolo pochi giorni dopo la prodezza del bomber brasiliano: “Josè core ‘ngrato”. Sempre la stessa storia, “è la dura legge degli ex” di Juventus e Napoli.

Aristide Rendina

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