Pjaca ko, e adesso? Ecco come può cambiare la Juve

Nell’arco di una stagione calcistica gli imprevisti sono sempre in agguato. In maniera eccessiva, a volte. Come nel caso di Marko Pjaca, mai del tutto convincente anche a causa di diversi infortuni. Il primo – datato 5 ottobre – ha tenuto fuori dai giochi il croato per circa 3 mesi. Il ritorno in campo prometteva bene: le prime apparizioni da titolare, il gol al Porto, senza dimenticare una condizione fisica ancora da ritrovare. Ma l’anno di Pjaca è nero: ieri, sempre con la maglia della nazionale, Marko si è rotto il legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Un guaio che costringerà l’ex Dinamo Zagabria a uno stop forzato. Abbastanza lungo per dire addio all’attuale stagione.

Addio al 4-2-3-1?

Una pessima notizia per Massimiliano Allegri, il quale voleva fare di Pjaca una pedina importante per il nuovo 4-2-3-1. Non sarà così purtroppo, per inesperienza prima e sfortuna poi. E, con lo stop del croato, cambiano anche i piani dei bianconeri. Con il 4-2-3-1, da qui a fine stagione non esisteranno alternative. Tranne soluzioni di emergenza: vedi il giovane Kean, classe 2000, o Dani Alves adattato sull’out di destra.

Spazio alle alternative

Ecco, dunque, che si aprono nuovi scenari, nuovi moduli, nuovi uomini. Allegri guarda a centrocampo, reparto nel quale le secondo linee abbondano: dal sempreverde Sturaro, all’affidabile Rincon fino all’incostante Lemina. Alternative pronte a dare un volto diverso alla Juventus, sia in termini di gioco che di motivazioni. Altra necessità: rispolverare moduli tenuti in soffitta da troppo, come il 4-3-1-2 e il 3-5-2. Non il massimo, per gli amanti del gioco, ma quasi un vincolo per arrivare a fine stagione senza il fiato corto. E le energie al max…

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