La disfatta del Barça non rende la salita meno faticosa

Al fischio finale di PSG-Barcellona, non solo i tifosi transalpini hanno esploso la propria gioia. Il 4-0 maturato in questa partita di andata sembra aver messo fuori dai giochi, già dagli ottavi, i catalani. Il Barcellona è capace di qualsiasi cosa al Camp Nou, anche di rimontare quattro reti, ma sembra uno scenario poco probabile. Un Barça eliminato agli ottavi dà speranza a tutte le altre contendenti che ora vedono più vicino il traguardo. Non dover affrontare gli alieni che hanno cannibalizzato in questi anni la massima competizione europea, aumenta le possibilità di vittoria per le altre.

Al gol di Cavani, si è sentita in maniera chiara l’eco dell’esultanza simultanea di chi Barcellona non tifa. Monaco di Baviera, Madrid, Londra, Torino e anche Napoli si sono unite in un unico grido di gioia. I facili entusiasmi, però, devono lasciare il posto inevitabilmente al realismo: la disfatta del Barça non rende la salita meno faticosa. Che lo facciano gli altri può anche andare bene, ma da Torino sarebbe meglio rimandare al mittente i fantasiosi pronostici che in queste ore stanno imperversando su forum e bacheche.

Tabelle europee e carri già pieni

Il carro del vincitore è già strapieno, ma in bacheca non c’è alcuna nuova Champions League. La sconfitta roboante del Barcellona ha convinto molti che la Juventus sia ora la candidata numero uno alla vittoria finale. Sono spuntate tabelle a dir poco fantasiose che confermano la vincitrice della Champions 2016/2017: la Juventus.

Vediamo un po’: il Barcellona non c’è più, il PSG lo mettiamo qui, il Siviglia lo facciamo giocare con quest’altri che sono scarsi, il Real lo sposto là, il Borussia non è un problema… un, due, tre, Juventus campione d’Europa. Purtroppo la Coppa dei Campioni non è Tetris dove si possono spostare a piacimento le squadre come blocchi e incastrarle fra di loro come meglio conviene alla squadra del cuore.

Mettiamo poi che i sorteggi dovessero essere davvero benevoli e che le insidie si facessero da parte da sole: questo basta per dire che la Juventus è la favorita alla vittoria finale? La tradizione dei bianconeri in questa competizione, c’è da ammetterlo, non dà una risposta affermativa. Tante finali giocate, ma sole due coppe in bacheca. Quante lacrime versate sul rigore di Shevchenko e sulla traversa di Conte nei tempi supplementari nella finale di Manchester. Quante notti insonni a causa del gol in fuorigioco di Mijatovic e per il pallonetto di Ricken che beffa Peruzzi.

In tempi recenti sulla coscienza c’è anche il fardello di una finale di Europa League da giocare in casa, allo Juventus Stadium, ma mai disputata perché l’abbordabilissimo Benfica si è frapposto alla squadra favorita, quella stessa favorita dell’attuale edizione di Champions, divenuta tale per molti dopo la disfatta del Barça.

Una montagna tutta da scalare

Il 22 febbraio c’è il Porto. Il Benfica, ieri sera, ha dimostrato che le squadre lusitane in casa possono dare filo da torcere. Prima di addentrarsi in tabelle fantacalcistiche, va eliminata l’ex squadra di Alex Sandro e poi, chissà, tutto ciò che arriverà non sarà né troppo difficile né facile. Si indossano le scarpe coi tacchetti e si fa parlare il campo.

Prendere esempio dal PSG che ha asfaltato Messi-Suarez-Neymar con un gioco a tutto campo, con il sacrificio di tutti, con aggresività e pressing sul portatore di palla. Tutte cose che, con il 4-2-3-1, Allegri ha portato in casa bianconera.

Alla Juventus le chiacchiere extra-campo non sono mai piaciute, men che meno quest’anno che con Higuain, Pjanic e Dybala è possibile dare del tu alla Champions, sperando che essa non si ostini a dare del Lei come una signora snob.

Salva

Salva

Salva

Salva

Impostazioni privacy