Un Dani Alves a due facce: è quello che ci si aspettava?

Dall’oggi al domani, dalla sera alla mattina. Dani Alves arrivò a Torino, un giorno d’inizio estate, come il primo colpo della faraonica campagna acquisti bianconera. Sembrava una svolta quasi epocale: l’anno prima la Juventus aveva messo la freccia a sinistra con Alex Sandro, quest’anno l’avrebbe fatto con l’altro verdeoro. Un abisso: ecco cosa sarebbe dovuto esserci tra lui e qualsiasi altro terzino destro. E invece? Le speranze sono state, perlopiù, disilluse.

PRIMO TEMPO DA DIMENTICARE

Il primo tempo della partita di Dani Alves contro il Crotone è da dimenticare. Un pesce fuor d’acqua, praticamente. L’esterno bianconero è sembrato praticamente assente, sbagliando tutto quello che si poteva. Ha sciupato la prima vera occasione da gol bianconera, spedendo in rimessa laterale un pallone che avrebbe dovuto crossare basso, molto facilmente. Sterile in sovrapposizione, i suoi cross sono stati preda di Cordaz o, ancor peggio, della curva sud, alle spalle del portiere calabrese nella prima frazione. Come se non bastasse, in alcune delle pochissime occasioni in cui il Crotone di Nicola cerca di ripartire, non è sempre tornato in difesa con i tempi giusti e alcuni dei suoi compagni hanno dovuto coprire la sua assenza. Una prima frazione veramente aberrante.

“RIPRESA”

Ripresa ha un duplice significato per il brasiliano: sia l’inizio del secondo tempo, ma anche una risalita della sua prestazione. Finalmente, Dani Alves nel secondo tempo della partita dello Scida ha fatto vedere qualcosa di buono. Sovrapposizioni pericolose, qualche duetto interessante con Dybala – con cui si trova a meraviglia dall’inizio della stagione – e cross importanti per le punte. Da uno di questi, infatti, è arrivato il gol di Mandzukic, mentre un altro ha portato una buona occasione per Pjaca. Sicuramente in crescita, ma è quanto ci si aspettava?

ATTENUANTI

Forse, però, siamo stati un po’ troppo cattivi con l’ex Barcellona. Quando è stato acquistato, di certo non ci si poteva aspettare la freschezza e la prorompenza fisica che contraddistinguono il suo connazionale della fascia opposta. Dani Alves, inoltre, è stato catapultato in una realtà molto diversa dalla sua. Contesto tattico diverso, campionato diverso, filosofia di calcio completamente opposta: qui attaccare e segnare non è l’unica cosa che conta, come al Barça. Inoltre, un infortunio abbastanza serio l’ha messo ai box per molto tempo. Attaccarlo e bollarlo come un flop, dunque, non è ancora una scelta saggia. Piuttosto, aspettarlo. Ancora? Sì, ancora. Perché uno come Dani serve per tutto: per lo spogliatoio, per la voglia di rimettersi in gioco, per l’esperienza, perché sa come si vince. Soprattutto quella coppa: è venuto in particolar modo per quella. Pertanto, bisogna perdonarlo se commette qualche errore. Bisogna perdonarlo se non è entrato ancora appieno nella mentalità Juve. Ora come ora non è un titolare, ma potrà ritagliarsi uno spazio importante in vista del finale di stagione. Il suo obiettivo è trainare Madama verso obiettivi importanti. Anzi, storici.

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