Juve-Milan, lo spirito di squadra fa la differenza

Juve-Milan si conclude 2 a 1, ma i bianconeri ancora non convincono. Per sessanta minuti domina senza dar minimo segno di sofferenza, poi il gol di Bacca trasforma i padroni di casa in quella squadra con poche idee che abbiamo, più volte, potuto vedere durante questa stagione. Il gruppo, però, sa soffrire, ognuno si sacrifica per ottenere la vittoria.

IL BLACKOUT

Sessanta minuti di buon calcio, poi il blackout. La sicurezza nelle giocate viene a mancare, il cambio Dybala-Alex Sandro non porta i risultati sperati e il Milan prende coraggio. In 10, Locatelli espulso per doppia ammonizione, riescono a schiacciare la Juve.

Proprio nei momenti peggiori i bianconeri tirano fuori il meglio, l’asso nella manica. Si soffre e si lascia agli avversari dettare il gioco, compattandosi e lasciando pochi spazi e poche occasioni. Un dogma semplice ma mai banale che mostra la maturità di questa squadra.

DAL PRIMO ALL’ULTIMO

Ogni giocatore schierato, da Dybala ad Asamoah, deve contribuire ad entrambi le fasi, con un occhio di riguardo a quella difensiva. Un esempio lampante? Gonzalo Higuaín, protagonista di un recupero palla nella propria area e, poi, capace di saltare due avversari fino ad essere abbattuto sulla linea di metàcampo.

Contro il Palermo l’argentino si rivelò determinante con le sue coperture, seguendo lo stesso copione di ieri sera. Per essere un giocatore della Juve e per vincere serve anche questo, trasformarsi in un guerriero del rettangolo verde.

POCHE OCCASIONI

In trenta minuti la Juve riesce a concedere poco o nulla. Il Milan ha solamente due occasioni: una punizione di Kucka e un’incursione in area di rigore da parte di Deulofeu. Poco o niente, il problema rimane sempre la lucidità e la gestione del pallone.

I bianconeri continuano a crescere e finchè sapranno soffrire da squadra si potrà concedere qualche altra prestazione così così. E per citare Allegri “ci vuole pazienza”.

 

 

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