4-2-divertitevi: i segreti del nuovo credo di Max

Allegri, alla fine, pare aver messo d’accordo un po’ tutti: appassionati scettici, “tifosotti” da bar, addetti ai lavori pronti a torcere il naso. Ci è voluto tempo, questo è vero, ma la Juve degli ultimi giorni è piaciuta davvero tanto: corsa e qualità, velocità d’esecuzione delle giocate e presenza in massa nella metà campo avversaria. Un 4-2-3-1 che veniva definito come potenziale pericolo per sbilanciarsi troppo, ma, almeno per ora, sembra aver dato quel tanto agognato equilibrio.

E tanti sono gli aspetti degni di menzione all’interno di questo contesto: il ritorno ad alti livelli di Asamoah, la voglia di sacrificio di Higuain, l’ordine tattico misto ad imprevedibilità di Cuadrado, un Pjanic monumentale in un ruolo non propriamente suo, un Mandzukic che ha deciso di portare con sé i suoi fratelli croati. Già, perché non possiamo credere ce ne sia soltanto uno in campo.

LA RIVALSA DI ASA

Il ghanese ha deciso di rimanere a Torino, rinunciando alla Coppa d’Africa, per recuperare la miglior condizione e poter rappresentare la più valida alternativa ad Alex Sandro sulla sinistra. E i fatti sono dalla sua parte: dopo la partenza di Evra (in bocca al lupo Patrice!), il numero 22 non ha mai fatto rimpiangere il brasiliano, offrendo tutto ciò che aveva fatto innamorare Conte, che volle portarlo in bianconero a tutti i costi. Asa spinge, Asa dribbla, Asa difende come un terzino vecchio stampo, tanto che, al momento dell’ingresso di Alex Sandro, è rimasto comunque lui sulla linea difensiva, con l’ex Porto a centrocampo. Da una sua poderosa accelerazione è nata la punizione del 2-0, così come da un suo cross è venuto fuori il gol di Dybala. Suso era un avversario tosto, che Evra soffrì eccessivamente in Supercoppa: lui, invece, ne ha limitato l’estro, non concedendogli ciò che sa far meglio (il rientrare sul sinistro) e rendendolo, inaspettatamente, una nota negativa della serata.

E SE HIGUAIN FA ANCHE QUESTE COSE…

Che dire di Higuain ormai? Comprato a peso d’oro per segnare gol pesanti, col nuovo modulo sembra esser diventato anche più responsabile. Già, perché lo schierare 3 attaccanti – e mezzo – tutti insieme pare esser stato l’input per spingerli a dare ognuno il proprio contributo in ogni zona del campo: se per Mandzukic gli aggettivi per sottolineare il suo lavoro in copertura son finiti, dai due argentini, francamente, non ci si aspettava cotanta abnegazione. Bravo Allegri a spronarli, bravi loro a sentirsi in dovere di non lasciar nulla al caso. Esemplificativo il caso del Pipita, nel finale di gara: Milan, a spron battuto, in area di rigore della Juventus, per cercare il pareggio. Quando, sulla sinistra, Asamoah era impegnato in un’altra marcatura, è stato proprio il centravanti argentino a recuperare il pallone a pochi metri da Neto e a ripartire, prendendosi una punizione preziosissima a centrocampo. E se Higuain inizia a fare anche queste cose qui…

UN CUADRADO MENO “SPENSIERATO”

Cuadrado, dopo la trasferta di Firenze, era stato uno degli uomini più criticati: avrebbe dovuto schiacciare Maxi Olivera, e invece era parso stranamente impacciato ed incapace di pungere, da buona Vespa qual è. Il ruolo a tutta fascia non gli è mai piaciuto più di tanto, questo è vero, ed è forse per tale ragione che Allegri ha deciso di dargli una nuova opportunità, schierandolo nella posizione che preferisce: largo a destra sì, ma con un terzino di ruolo (Lichtsteiner o Barzagli che sia) a dargli copertura. Eppure, nonostante questo, non è stato infrequente vedere il colombiano tornare a coprire sui laterali del Milan: splendida la scivolata che ha fermato Bonaventura, pronto a dribblarlo e a crossare. Insomma, investitura pesante anche su di lui: di giocare giochi, ti schiero dove dai il meglio, ma non dimenticare che il non prendere gol, nel calcio di oggi, porta molti più punti di quanto si possa immaginare. E lo dicono le statistiche.
P. S.: ma quel colpo di tacco per Dybala?

FERMI TUTTI, SPAZIO AL PIANISTA

Pjanic. Alla fine Allegri ce l’ha fatta a farlo esprimere al meglio davanti alla difesa: chi l’avrebbe detto mai! Due partite ai limiti della perfezione, sia con la Lazio che col Milan, condite da una percentuale incredibilmente alta di passaggi riusciti e da un gol fenomenale su punizione. Uno dei pochi calciatori capaci di far esultare prima che la palla entri nel sacco: no, stavolta non gliel’hanno proprio potuta annullare. Pjanic studia da Pirlo, dunque, e, dopo aver offerto prestazioni convincenti sulla trequarti, ha abbassato il suo raggio d’azione, formando, con Khedira, una mediana tecnica e – a dispetto delle aspettative – difficilmente penetrabile. Chapeau, Mire.

MARIO, MA QUANTI SIETE?

E poi non si può non fare un ennesimo elogio anche a Mario Mandzukic. Lui faceva l’esterno d’attacco ad inizio carriera, verissimo, ma nessuno ci avrebbe scommesso un centesimo su una sua nuova vita, lontana dall’area di rigore. Già, perché quella, ormai, sembra il territorio di caccia di Higuain: per adattarsi e per non rimanere in panchina (altrimenti c’arrabbiamo), il croato ha accettato la sfida di ricominciare da lì, dall’esterno, facendo ciò che, paradossalmente, essendo un attaccante, sa fare meglio, ossia correre, correre e correre. Correre, ma non a vuoto: correre per chiudere con le sue mirabili scivolate le azioni avversarie, correre per fare diagonali da terzino vero, quale, però, non è, correre per prenderle tutte di testa anche nella propria metà campo. Uno come Mandzukic andrebbe clonato, e infatti, tuttora, non siamo ancora sicuri che ne scenda in campo solo uno.

Che dire, Allegri alla fine sembra avercela fatta: si è ri-conquistato l’ambiente e la stampa, ha dato un’identità specifica ai suoi bianconeri, facendo capire che, con quei quattro tenori più la classe di Pjanic, nulla è precluso, anzi. La Signora è tornata, e anche l’Europa è avvisata.

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