Leggero come una farfalla, pungente come un’ape

Leggero, talmente leggero, da sembrare preso in una danza perpetua. La fortunata è la palla, avvolta tra i fatati piedi di Miralem Pjanić. La metamorfosi della Juventus, da baco di seta a tessuto pregiato, passa soprattutto dalla testa del bosniaco, visceralmente connessa al resto del corpo.

Miralem spazza i dubbi

Cinque giocatori offensivi, a primo impatto, sembravano una follia. Tanto più se nell’ipotetica diga di centrocampo c’era Pjanić, insieme a Sami Khedira. La Juve, invece, ha preso i dubbi e li ha insaccati alle spalle di Marchetti.

Merito di tutti, ma Miralem merita una menzione speciale: sempre nel vivo del gioco, sorprendente in fase difensiva. Sa amalgamare le immense qualità tecniche di questa squadra in una combinazione letale.

Si prende il suo posto in cabina di regia, in un ruolo ritagliato su di lui. (Complimenti al sarto, Allegri). È il fulcro perfetto tra difesa e attacco. I suoi cento tocchi sono la dimostrazione della centralità nella manovra bianconera, che sa sempre dove andare per respirare.

Bello, ma cattivo

L’heat map di Pjanić (fonte: WhoScored)

Miralem è lucido e non sbaglia praticamente mai: il 96% di passaggi riusciti è un dato eccezionale. E va rapportato ai dati difensivi: cinque contrasti e cinque passaggi intercettati. Più di tutti, anche dei difensori, da vero filtro.

Lui, che un filtro di centrocampo non è: per fisico e per mezzi tecnici. La Lazio, a larghi tratti, ha sbattuto contro quel muro quasi impensabile, tanto da essere annullata. Il motore della Juve vista contro i biancocelesti è proprio Miralem: tocca palloni ovunque e non è mai banale.

La strana coppia

Una coppia devastante

Gli scambi con Dybala, visto il comune linguaggio della tecnica, sono delizie per gli occhi. L’asse atipico tra lo slavo e il sudamericano ricalca quanto visto un anno fa, tra Paul e Paulo. E se quello è stato un esperimento troppo breve per quanto fantastico, questo potrebbe portare molte più soddisfazioni.

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A partire dall’Europa, dove la fantasia e l’imprevedibilità delle eccellenze bianconere rischiano di fare la differenza. (Un rischio che, a dirla tutta, vorremmo davvero correre). In certe notti, quelle più calde, servirà una sola Juve: questa, stellare e cinica.

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