No ai capri espiatori. Nessuno tocchi Paulo

Delusione. Forse anche rabbia, per come è arrivata la sconfitta. La Juventus lascia il Franchi con zero punti, tanta amarezza e una marea di spunti di riflessione, ma alcuni volti sono più scuri di altri. Ad esempio quello di Paulo Dybala, sontuoso e inarrestabile contro l’Atalanta mercoledì, impreciso e a tratti quasi irritante oggi. Una prova sottotono che colpisce e che senza dubbio avrà fatto mugugnare qualche tifoso, considerando che si parla in questi giorni di un rinnovo imminente a cifre davvero importanti.

Il pallone del 2-2 calciato alto nel finale è la goccia che fa traboccare un vaso che solitamente la Joya lascia vuoto. Il vaso degli errori, che è stato costantemente riempito, minuto dopo minuto. L’argentino parte bene, nei primi minuti sembra l’unico in grado di ribellarsi a una Fiorentina mostruosamente aggressiva, poi si spegne. E non si riaccende nemmeno quando la Juve ha l’ultimo sussulto di orgoglio. Anzi, quando la squadra prova a tornare in partita lui incrementa la percentuale degli errori, finendo per essere dannoso, invece che utile.

Questo è il bruttissimo quadro della partita di oggi. Giuste le critiche, giusti i brutti voti in pagella, ma basta così. Nessuno si sogni di mettere in discussione il valore del ragazzo. Nessuno pensi lontanamente che certe cifre siano inadatte. Dybala deve essere il futuro della Juve e lo si urli ancora più forte dopo la partita di oggi. Si abbandoni quella ricerca continua del capro espiatorio. Si ragioni con lucidità. L’affetto dopo gare del genere può essere fondamentale per creare un legame duraturo, che non vacilli nemmeno davanti a vagonate di milioni. E Paulo quell’affetto lo merita. Le partite storte, poi, capitano a tutti.

Edoardo Siddi

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