Juve-Atalanta, le pagelle – Dybala è un gioiello, bene Pjanic e Marchisio; nel finale si soffre

La Juventus centra la vittoria in freddo mercoledì sera allo Stadium. Ventisettesimo successo consecutivo in casa. I giocatori bianconeri però hanno dovuto faticare parecchio contro un’Atalanta impalpabile per 60′, ma scatenata nel finale. Dybala ha illuminato la serata con un gol favoloso e un assist geniale per Mandzukic; Konko ha accorciato le distanze con un tiro abbastanza fortunato, Pjanic ha allungato nuovamente dal dischetto, prima del gol del ragazzino classe ’99 Latte Lath, l’ultima scoperta di Gasperini, che ha fissato il punteggio sul 3 a 2. Un prestazione non perfetta, da cui si può imparare (parole di Barzagli) e da cui si ricavano soprattutto la vittoria e il passaggio del turno.

LE PAGELLE

Neto 5,5 – Si sporca i guanti con una presa semplice dopo pochi secondi, poi, come spesso accade al suo collega Buffon, fa lo spettatore per 70 minuti. Due errori gravi in disimpegno, punibile per la scarsa concentrazione. Incolpevole sul gol di Konko, meno su quello di Latte, che seppur ravvicinato capita sul palo più vicino e per la verità non con una velocità irresistibile.

Lichtsteiner 6 – Ad inizio stagione era subissato dalle voci di mercato e non ha reso come da aspettative. Ora è tornato su buoni livelli: puntuale negli inserimenti, e con un buon ritmo nelle gambe. Si conquista il rigore della sicurezza, ma poi si addormenta sul secondo gol dell’Atalanta. Mezzo voto in meno.

Barzagli 6 – Tranquillo fino a 10 minuti dalla fine, poi si scatena l’entusiasmo nerazzurro e non riesce a far svoltare la squadra. Una pecca vista la sua esperienza e, soprattutto, vista la fascia di capitano consegnatagli da Marchisio, e prontamente serrata al braccio. Mezzo voto in più di Rugani per le parole nel post partita (“Ci serva da lezione, non possiamo mollare nemmeno un minuto”), quelle sì, da vero capitano.

Rugani 6 – Vale lo stesso discorso di Barzagli: non commettono errori sanzionabili, ma lasciano trasparire un po’ di indecisione. Sintomo di una tranquillità mancante.

Asamoah 5,5 – saranno le due gare consecutive giocate per intero, sarà il ruolo “insolito”, sarà il ritmo partita naturalmente da recuperare, ma il ghanese, che ben aveva fatto contro il Bologna, sfigura sommerso dalla freschezza dei terribili ragazzi di Gasperini, soprattutto nel secondo tempo.

Rincòn 6 – La prima del General è tutto sommato buona: qualche guizzo e qualche momento un po’ più sottotono. Comunque poche colpe, semmai una grossa occasione creata e sventata da Berisha. Per il resto, si ambienterà, la voglia è quella giusta.

Hernanes 5 – Nei primi 50′ è il giocatore che ha toccato più palloni in campo, il che lo consacra come centro nevralgico del gioco bianconero… peccato che lo sia solo a livello statistico, perché i passaggi determinanti sono rari. Nel finale poi pecca di personalità e si fa prendere dal panico; ha giocato partite decisamente migliori.

Marchisio 6,5 – Per 45′ è tornato alle origini, è tornato il Principino libero di svariare sulla corsia mancina a testa alta, prima di tagliare il campo in diagonale per ricevere le invenzioni di Pjanic e Dybala. Allegri, in vista della Fiorentina, gli risparmia il secondo tempo, e per la Juve è una defezione non da poco, soprattutto in fase di gestione. (dal 46′ Sturaro 6,5 – La quantità è la sua forza. Svincolato da compiti di invenzione, riesce a rendere al meglio: più volte ringhia, contrasta e combatte.)

Pjanic 7 – Al di là del gol, arrivato su rigore, da trequartista si esprime su livelli eccezionali. I suoi dialoghi con Dybala regalano emozioni agli esteti del calcio, ma alla mera bellezza aggiunge tanta sostanza. E questo non guasta mai, anzi. (dall’82’ Bonucci 6 – In 11′ non può incidere, ma dà consistenza ad un reparto in difficoltà.)

Dybala 8 – Che Dybala sia destinato a diventare uno dei 3 migliori giocatori in circiolazione non è una novità, e non lo è nemmeno la sua capacità di far impazzire i difensori avversari. Si inizia da Toloi, che lo stende in area ma non viene sanzionato; si prosegue con Masiello, il futuro compagno Caldara, Freuler e Grassi che tra le linee non lo prendono mai. Un gol gioiello e un assist per Mandzukic suggellano questa strepitosa prestazione. (dal 62′ Pjaca 6 – Il ragazzo ha la voglia e i colpi per emergere. Forse però pensa troppo presto che la partita sia chiusa e si isola, alla ricerca del colpo ad effetto. Ma, anche qui, è la prima dopo un mese e mezzo di stop, il rodaggio è necessario.)

Mandzukic 7,5 – La solita “cattiveria”, quella che i sudamericani chiamerebbero garra, e che noi, visto che non conosciamo la liingua croata, chiamiamo semplicemente Mario Mandzukic. Tra le mille sponde spunta quella per il gol di Dybala, poi si dimostra freddo quando orienta e scavalca Berisha per il 2 a 0.

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