Il Pagellone del 2016 – Gli attaccanti

Durante l’anno solare da poco consegnato agli archivi i detentori dello scudetto e della Coppa Italia, chiamata ufficialmente TIM Cup, si sono giovati dell’apporto di vari attaccanti; fra gradite conferme, dismissioni e nuovi arrivi, ecco, in sintesi, come si sono comportati i “dannati” del goal:

Dybala, 8,5 – Il “Sivorino”, a suon di reti, assist e giocate da urlo, ha cancellato in fretta il ricordo di C. Tévez e, con meno cattiveria, ma superiore finezza, è diventato ugualmente imprescindibile e autentico uomo in più della Signora. Può e deve ancora esprimere tutto il suo enorme potenziale, ma si può tranquillamente affermare che all’ombra della Mole, e non solo, “il calcio” ha le sembianze di questo angelo dalla faccia pulita: un inno alla “Joya”! Mezzo voto in meno, però, per un inizio dell’attuale stagione agonistica a corrente alternata e per gli errori di Doha.

Mandžukić, 7 – Fosse solo per abnegazione, spirito di squadra e propensione al sacrifico, meriterebbe il massimo dei voti, ma è un “puntero” e, come tale, oltre alle sportellate in ogni spicchio del rettangolo verde, da lui ci si attende che gonfi le reti avversarie. Lo ha fatto in misura non eccelsa, però sovente decisiva. Tanta e spiccata personalità, talvolta spigolosa e a tratti probabilmente ingombrante, soprattutto quando spesa al di fuori del perimetro di gioco…

Morata, 7 L’uomo delle partite “secche” e jolly di coppa. Un “bello di notte” mai completamente a proprio agio nei reticolati del campionato, però baciato in fronte da Eupalla nei momenti topici delle gare senza un domani. È tornato alla casa madre forse più consapevole dei propri mezzi e con un valore di mercato sicuramente importante, ma sostanzialmente intatto nei pregi e nei difetti. A lui si devono comunque ascrivere due momenti indimenticabili: la travolgente cavalcata alla Johan Cruijff inscenata all’Allianz Arena e il sigillo apposto sull’undicesima coppa nazionale.

Zaza, 6,5– Il sacripante di Policoro si è distinto per la sua capacità di subentrare in corso d’opera con il giusto piglio; qualità che gli è valsa la possibilità di liberare il proprio istinto segnando il goal, non pulitissimo, che coronò il travolgente inseguimento al Napoli con un memorabile sorpasso. A latere, tante ammonizioni, qualche evitabile espulsione e malcelata insofferenza per il ruolo di riserva. Oggi è un personaggio in cerca d’autore, ma in racconti di risibile importanza.

Higuain, 9,5 – Il voto comprende naturalmente anche la porzione d’anno trascorsa alle pendici del Vesuvio, ove ha eruttato reti a raffica e ove, nonostante un bottino personale da record, non ha mai raccolto soddisfazioni di gruppo altamente significative. È stato indubbiamente l’uomo dell’estate e l’acquisizione del suo cartellino ha rappresentato l’investimento più pingue dell’ultra centenaria storia di una Madama con la quale, la reciproca comprensibilità, non è ancora fluida come dovrebbe. Cionondimeno, il suo rendimento, alla luce dei goal pesanti già realizzati, che a fine stagione potrebbero, finalmente per lui e per il bene bianconero, svelarsi decisivi, è senz’altro da considerare lusinghiero. Fare di più e meglio, però, non dipenderà esclusivamente dal suo instinct killer

Augh!

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