Zambrotta: “Milan e Juve due grandi famiglie, per me troppo difficile doverne scegliere una…”

Gianluca Zambrotta ha il cuore diviso a metà tra Juventus e Milan. Sette anni in bianconero, quattro con i rossoneri, tre supercoppe vinte, due a Torino e una a Milano. Tanti trofei, tanti ricordi, il sempre verde terzino anche della nazionale non si sbilancia e si limita ad un’analisi delle rispettive squadre alla luce della finale di oggi.

DIVISO A META’. Non chiedetegli di scegliere, troppo attaccata all’una per escludere l’altra. Juventus contro Milan è anche la sua partita, la partita di Gianluca Zambrotta che ai microfoni della Gazzetta dello Sport esprime soprattutto quelle che sono le sue emozioni: Sono state le tappe più importanti della carriera, alla Juve sono diventato grande, al Milan mi sono completato. Sono due grandi famiglie che mi hanno regalato emozioni forti e per me sarebbe un po’ difficile doverne scegliere una. Immagino una partita bella, aperta. E quindi può finire in qualsiasi modo”. Il terzino della nazionale indica anche quelli che potrebbero essere secondo lui i giocatori chiave della partita, quelli che potrebbero fare la differenza: “Giocatori chiave? Buffon e Higuain nel caso in cui vinca la Juve, Donnarumma e Bonaventura se avrà la meglio il Milan. Jack è quello che può sparigliare le carte. Ma da difensore dico da una parte Higuain: inventa gol pazzeschi. Dall’altra Suso, può dare molto fastidio”.

Zambrotta
ALLENATORI. Una costante negli ultimi anni, Massimiliano Allegri, una sorpresa frutto di idee convincenti e di organizzazione, Vincenzo Montella. Gianluca Zambrotta conosce entrambi e apprezza le qualità e le idee di entrambi gli allenatori: “Vincenzo Montella è il loro uomo in più, sta facendo un ottimo lavoro all’interno di un progetto importante. Ed è un lavoro non facile. Allegri? Sono contento per quello che ha fatto e ottenuto. La sua Juve è migliorata molto anche in Europa, si è rinforzata e ha ottime possibilità di arrivare in fondo alla Champions. Che i bianconeri si stessero attrezzando per tornare grandi era intuibile. Molto difficile invece pensare che il Milan avrebbe incontrato tutte queste difficoltà”.

Aristide Rendina

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