Claudio Marchisio è la bussola bianconera

Che Claudio Marchisio fosse ormai da tempo un elemento imprescindibile del centrocampo bianconero non è certo una novità. La sua assenza in questo inizio di stagione ha avuto il merito, come spesso accade con tutte le cose importanti, di far apprezzare ancora di più la sua presenza. Il centrocampo bianconero orfano del suo regista non ha dato più quella dinamicità e quel filtro che la squadra di Massimiliano Allegri ha sempre mostrano negli anni precedenti.

PERNO INDISCUSSO. Abbiamo tutti negli occhi la sua smorfia di dolore e l’infortunio nella sfida interna con il Palermo nell’aprile scorso, infortunio che non gli ha consentito nemmeno di partecipare agli europei in Francia con la nazionale italiana. In questo inizio di stagione, più che in altre, la Juventus ha balbettato più che dal punto di vista dei risultati, raramente in discussione, dal punto di vista del gioco. La responsabilità numero uno la si cercava sempre lì, in mezzo al campo, tra i rimpianti del mancato arrivo ad agosto del centrocampista belga Witsel e la rabbia per l’infortunio al crociato del principino bianconero. Lemina prima e Hernanes poi non hanno saputo sostituire Marchisio, per caratteristiche o per qualità, e lo stesso Pjanic ha fatto fatica da regista in un ruolo che, evidentemente, non è il suo.
marchisio

NUMERI. Se è vero che  i numeri non mentono mai, allora qualcosa vorrà dire il fatto che Marchisio, dopo la prima convocazione con l’Udinese, è tornato in campo con la Sampdoria e da allora, escludendo la parentesi di Genoa in cui il principino non era in campo, la Juventus con lui in regia ha sempre vinto in campionato. Ciò che però fa particolarmente sorridere Allegri e la società bianconera è il gioco espresso dalla vecchia signora dopo l’innesto del prodotto del settore giovanile bianconero. Marchisio è il prototipo del centrocampista moderno, corre tantissimo, lotta come un leone, imposta egregiamente dando equilibrio alla squadra e, senza strafare, detta i tempi di gioco. Insomma, la bussola bianconera della squadra di Allegri. Ha sposato i colori con la quale gioca da quando era bambino e, seppur in sordina, si candida a diventare la bandiera futura della Juve, un ulteriore simbolo dell’amore nel calcio, in pratica ciò che per la Juve ha rappresentato da sempre Alex Del Piero. Quel modo di intendere il calcio con una sola maglia e con soli due colori, quel bianco e nero che ormai sono diventati lo stemma e la corona del principe bianconero.

Aristide Rendina  

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