Vucinic a Gazzetta: “A Roma troppe pressioni. Lo Stadium fa la differenza”

In vista della sfida tra Juventus e Roma di sabato 17 dicembre allo Stadium, un big match che potrebbe diventare cruciale per la volata scudetto, tanti sono gli ex delle due squadre a parlare in questi giorni di preparazione.

A parlare su Gazzetta in questo caso è stato Mirko Vucinic, che ha passato sei anni nella Capitale e tre a Torino, dove ha vinto tre scudetti di fila prima di trasferirsi, nel 2014,  all’Al-Jazira in Arabia. Il montenegrino alla domanda su quale fosse il risultato che si aspetta ha risposto: “Spero in un pareggio”.

LA DIFFERENZA STADIUM

juventus stadiumVucinic si è poi soffermato a parlare su quelle che sono le differenze tra i due ambienti – tra l’altro chi meglio di lui può dirlo – e ha dichiarato: “Posso dire che a Torino si sentono meno radio che a Roma…Nulla che non ci facesse dormire, ma alla fine le chiacchiere ti arrivano sempre all’orecchio e, magari, ne patisci.” E ha aggiunto: “La differenza tra le due piazze è che a Roma ci sono troppe pressioni, troppe voci, mentre alla Juve sono già abituati a vincere. Forse è solo questione di tempo”. E poi: “Se anche la Roma avesse un suo stadio per sfide come questa, farebbe tutta la differenza del mondo. Conquisterebbero almeno una decina di punti in più a campionato. Quando sono entrato in campo allo Stadium la prima volta è stata subito una scossa“.

Inoltre, il montenegrino si è anche soffermato sulla forza attuale delle rose di entrambe le squadre ha detto: “La Juventus di oggi differisce dalla mia perché forse ci sono più campioni e più alternative” – aggiungendo – Pensate solo agli acquisti di Higuain e Pjanic”.

Per la Roma invece i suoi giocatori preferiti sono “Dzeko e Nainggolan, l’attaccante e il trequartista. Per me tutta la sfida si gioca là”. 

Infine, una chiusura sulla sua carriera: “Tanti di quelli che hanno giocato con me dicono che ero uno dei più forti? Se sabato non sarò in campo a Torino è per il il solito discorso, forse mi è mancata fame e cattiveria, ma non è una colpa e, soprattutto, non ho rimpianti”.

 

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