Sopra la panca il giovane campa… ma invecchia

Avete presente quel senso di frustrazione che attanaglia chi cerca un lavoro e passa la giornata a leggere annunci paradossali e senza costrutto del tipo: “Cercasi apprendisti con esperienza”?. Ecco, i giovani calciatori che non riescono a emergere a causa del poco coraggio e della scarsa lungimiranza di un sistema che promuove il vecchio anche ai piani alti, potrebbero in taluni casi percepire la stessa sensazione.

GIOVANI CALCIATORI, SODDISFATTI… MA ANCHE NO!

kean-juventus-debutto giovaniLungi da noi mettere sullo stesso piano un giovane laureando che rischia un’alimentazione a base di tonno in scatola e grissini per molti lustri e un giovane calciatore che, mal che vada, ottiene un contratto nel campionato croato, dove non vincerà niente ma avrà la possibilità di abbinare la camicia alla Porsche Cayenne o alla Maserati Ghibli.

Ma se ci fossero solo i soldi come variabile, sarebbe inutile anche solo iniziare una discussione sui giovani nel calcio. Moise Kean, che a 16 anni può inserire nel curriculum qualche panchina con addosso la tuta della Juventus, potrebbe già ritenersi soddisfatto… ma anche no.

ESORDIO O ATTESA?

I problemi cominciano proprio qui: farlo esordire o meglio aspettare? Darlo in prestito per poi rivederlo dieci anni dopo con la casacca dello Zwolle, se gli va male, o del PSG, se allo sceicco viene lo sghiribizzo, o tenerlo in rosa in pianta stabile? Quando si parla di giovani in Italia iniziano vere e proprie guerre di quartiere, la decisione di schierare un giovanotto proveniente dalla Primavera prende le sembianze di quelle scene da filmacci d’azione in cui il protagonista non sa se tagliare il filo rosso o il filo blu.

del-piero-esordiMolti diranno che non è così semplice far esordire dei ragazzotti con poca esperienza, soprattutto se ambisci alla vittoria finale. Non c’è dubbio che sia così, ma qualcuno si è mai chiesto cosa sarebbe successo se nel 1994, contro il Foggia, non avesse esordito un 19enne che avrebbe poi incantato gli stadi di tutta Europa con i suoi tiri a giro? Qualcuno si è mai chiesto perché in Italia non ciccia fuori dal vivaio un Messi? Anche in questo caso, la difesa potrebbe obiettare che la generazione attuale è scarsa di talenti. Con quale presunzione si può dire che siano davvero tutti degli scarponi se non si ha il coraggio di vederli all’opera in partite mediamente importanti?

“Se lo fai giocare, lo bruci!”. È un essere umano, non un cerino. “Se giocasse male, sai che critiche?”. E allora? Inizierebbe a capire cosa succede quando si diventa grandi. Per un giocatore è importante sentire fin da subito la palla che scotta, il boato a un suo gol al 93′, il lungo “no” dopo un errore a pochi metri dalla porta. C’è bisogno che un intero sistema cresca insieme ai giovani, gli stessi tifosi devono diventare più maturi.


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LA JUVENTUS E MOISE KEAN

Per molti Moise Kean è già un predestinato, ma questa parola non esiste nel calcio: nello sport in generale si suda, si lavora sodo, niente è dovuto. Ad altri invece viene la puzza sotto il naso guardando un gol segnato in Primavera: “Sono capace anch’io a farlo, lo faccia contro il Real Madrid in una semifinale di Champions!”. Certo, si vuole il giovane che abbia già un palmares piovuto dal cielo per grazia ricevuta.

Non si vuole portare avanti la tesi che se sei giovane allora sei sicuramente valido. Ce ne sono davvero tanti di giocatori che sembrano fenomenali e poi si perdono nei meandri del campionato sloveno, ma facendone esordire uno ad ogni punizione ben calciata da Ghoulam è poco probabile scovare un Baggio o un Rivera, soprattutto se al primo errore lo si manda a verificare la perpendicolarità delle linee laterali.

La speranza è che la Juventus, che già è anni luce avanti alle altre realtà italiane per quanto riguarda i vivai e l’attenzione verso i giovani delle altre squadre, possa costruire le proprie vittorie future affidandosi anche agli apprendisti senza esperienza.

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