Juve, la pausa prima della verità: ricarica, mira, colpisci

Per ogni tifoso che si rispetti la pausa per le nazionali viene vista in un modo solo: un tormento. E’ solo una settimana, anzi, solo un weekend senza i propri colori, eppure pesa quasi quanto un mese. Per la Juve, invece, dopo un periodo fatto di punti macinati ma contornati da tante, troppe polemiche, questa sosta è invece un’opportunità unica per ricaricare le batterie.

RICARICARE

Fisica, spirituale, nervosa: sarà una pausa totale per la Signora. Necessaria per scrollarsi di dosso i ritmi di tante partite affrontate in un arco temporale brevissimo e per recuperare pedine importanti in vista della fase più calda della stagione. Quella in cui si tireranno le prime somme e che potranno evidenziare quanta differenza ci sia tra sogno e realtà. Una pausa che, se non servirà a tutti gli effettivi per un riposo fisico visti gli impegni in nazionale, di certo sarà utile per accantonare le troppe parole gettate al vento ultimamente: “non c’è gioco”, “in Europa è diverso”, “mercato sbagliato”. Tutte le squadre si possono e, a maggior ragione quelle grandi come la Juve, si devono migliorare, con costanza, lavoro e dedizione. Le troppe parole sono tempo perso, e il tempo, la Signora, lo impiega unicamente per vincere. E vincere aiuta a vincere. C’è il tempo di scrollarsi via ogni sillaba di troppo, prima di ricominciare con un facile impegno, quello allo Stadium con il Pescara, che può dare un’ulteriore spinta al gruppo e un’iniezione di volontà e fiducia. Basta tenere ben chiari i propri obiettivi.

MIRARE

Mettere a fuoco il proprio obiettivo è il primo passo per centrarlo. E il punto d’arrivo di questa Juve, ad oggi, ha due grandi orecchie. Ecco perché, una volta affrontati i Delfini con lo spirito adatto e la giusta cattiveria, che da sempre è la chiave per la vittoria, si potrà pensare allo scontro decisivo per il cammino europeo: la gara contro il Siviglia. La gara scorsa, quella di Lione, non deve scoraggiare, come tanti parolieri vorrebbero, ma deve fungere da esempio. E’ l’errore da non ripetere, soprattutto fuori casa e con un avversario ostico come gli spagnoli. Servirà la Juventus più Juventus che ci sia, con la fame dei nuovi arrivati, l’esperienza dei “capibranco” e la saggezza del proprio leader in panchina. Sono solo questi gli ingredienti necessari per servire il piatto più desiderato. Ed essendo Madama famelica, non ci sarà portata da “scansare”, poiché appena dopo ci sarà un’altra, ostica trasferta contro il Grifone. Un ulteriore punto d’arrivo, e dopo averlo centrato nel mirino non si dovrà fare altro che sparare.

COLPIRE

Andare a segno sarà l’unica cosa che conterà. Il bel gioco, è vero, aiuta a vincere. Ma per arrivarci le vie sono tante e ancora tanto è il percorso da fare, e al momento l’importante, come il Conte Max ha ripetuto: “Noi facciamo i punti”. E quello sarà fondamentale fare nelle tre partite dopo la sosta. Nove punti che possono valere il doppio, nove punti che possono regalare la svolta sotto tutti i punti di vista. L’importante ora è la freddezza, quella nel buttare la palla in porta e quella del calcolare, addizionando e moltiplicando i punti necessari. L’armonia, il palleggio, e la tecnica di cui i la Juventus è stracolma, saranno una conseguenza dei fasti e della vittoria. Poiché “Il calcio è un’arte fatta per gente capace di giocare. Non è una scienza esatta”.

MAX ALLEGRI

E di gente capace di giocare, nella Torino bianconera, ce n’è eccome. Basterà aspettare e osservare. In silenzio, possibilmente.

 

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