La Juventus non è la sola “big” europea a faticare sul piano del gioco

La vittoria di ieri della Juventus scaccia i pericoli di una mini crisi dopo il pareggio con il Lione ma sicuramente non scaccia le perplessità sul gioco della squadra di Allegri. Un gioco che non rispecchia le qualità dei giocatori bianconeri: lento, prevedibile e a trazione eccessivamente difensiva.

Ma siamo i soli?

Nulla da dire fino a qui, il gioco della Juve è sotto i riflettori mediatici di tutta Italia, talvolta in maniera anche esagerata. Quello che invece non viene notato – forse perché in Italia il gioco della Juve è gia argomento che esaurisce la fame di informazione di molti tifosi – è che i campioni d’Italia non sono gli unici a faticare in questo inizio di stagione. Altri due top club, guarda caso dominatori del proprio campionato da diverse stagioni, stanno mostrando un gioco sotto le aspettative. Si tratta del Paris Saint Germain di Emery e del Bayern Monaco emerydi Ancelotti. I francesi sono quelli che stanno faticando di più, già due sconfitte e due pareggi in 12 giornate, che sono costati il momentaneo terzo posto in classifica: un evento molto raro se si considera che solo l’anno scorso il Psg si è laureato campione di Francia con otto giornate in anticipo. La situazione del Bayern Monaco è invece speculare a quella della Juventus. Primo posto in campionato (seppure in coabitazione) e passaggio del turno in Champions ipotecato: eppure, mai come quest’anno, i tedeschi hanno mostrato tanta difficoltà nel gioco. La squadra di Ancelotti è poco brillante e spesso a salvare la situazione, almeno sul piano del risultato, sono serviti i colpi dei singoli campioni; inoltre i campioni di Germania hanno collezionato già ben 3 pareggi in campionato, troppi se si considera che l’anno scorso sono stati solo 4 in tutta la stagione.

Non una coincidenza

Come già accennato, non è sicuramente un caso che siano proprio queste due squadre, insieme alla Juventus, a stentare il decollo. È vero che Bayern e Psg hanno cambiato allenatore ma è altrettanto vero che la forza di entrambe le rose è rimasta invariata. Ciò che correla questi tre difficili inizi di stagioni sul piano del gioco può essere proprio il fattore motivazionale. Tre squadre che da almeno 4 anni – 5 per la Juventus – dominano il proprio campionato senza che nessuna squadra abbia mai intaccato la loro supremazia. Ne segue logicamente che nonostante rimanga il dovere e il desiderio di affermarsi ancora campioni, le motivazioni a giocare con entusiasmo possano essere leggermente calate. Un’obiezione possibile a questo discorso, potrebbe essere, che se fosse solo il fattore motivazionale la causa del scarso rendimento sul piano del gioco allora il discorso non dovrebbe valere per la Champions League, eppure tutte e tre le squadre non sono in testa al loro girone. È vero però che il gioco di una squadra, la consapevolezza dei propri mezzi e i meccanismi di gioco si consolidano proprio in campionato, dove si gioca il maggior numero di partite. Se durante questa competizione nascono problemi di varia natura, naturalmente l’effetto – anche psicologico – di questi viene trascinato anche in Champions League. Una seconda risposta alla possibile obiezione è che il fattore motivazionale può essere sì una causa ma sicuramente non l’unica.

Mal comune…

Il proverbio recita “mal comune mezzo gaudio”, e la Juve può quindi rasserenarsi un po’, vista l’importanza dei compagni con cui può condividere questo iniziale mal di gioco. La sosta per le nazionali potrà schiarire le idee degli allenatori e permettere loro di correggere ciò che ancora non va. Detto questo, rifacendosi alle parole di Allegri, il gioco passerà in secondo piano se la Juve, a marzo, si ritroverà in corsa su tutti i fronti.

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