Calcio e Finanza: “Juventus, le plusvalenze sui giovani senza presenze in prima squadra”

Il sito Calcio e Finanza analizza player trading e plusvalenze sui giovani senza presenze in prima squadra per quanto riguarda la Juventus. Queste le parole di Alfonso Riccardi:

L’attuale dirigenza della Juventus ha effettuato, dal 2011 al 2016, numerose operazioni di calciomercato di successo, che spesso hanno portato al tesseramento di calciatori a parametro zero o quasi (Pirlo, Pogba, Khedira, Barzagli, Llorente e Coman) o alla loro cessione con il conseguimento di significative plusvalenze (Vidal, Pogba). Consapevoli dell’importanza del player trading nell’ambito della gestione – sportiva ed economica – di una società di calcio, i dirigenti Marotta e Paratici prestano particolare attenzione a tale area, anche dal punto di vista organizzativo, attraverso una struttura articolata di osservatori, nazionali e internazionali. Il player trading può rappresentare una leva importante per il miglioramento dei risultati di una società di calcio professionistica che è, prima di tutto, una società di capitali, la cui gestione deve essere guidata dall’obiettivo di conseguire risultati sportivi soddisfacenti nel rispetto delle condizioni di equilibrio economico e finanziario, attraverso un modello di business sostenibile. Uno degli aspetti, che meno è stato messo in evidenza per quanto attiene al calciomercato della Juventus negli ultimi anni, è rappresentato dalla capacità di ottimizzare i risultati del player trading correlati alla gestione di calciatori senza presenze ufficiali nella prima squadra.In particolare,la gestione di soli tre calciatori (Ciro Immobile, Domenico Berardi e Simone Zaza) ha generato plusvalenze per circa 30 milioni di euro (per Zaza si considerano le operazioni effettuate fino alla risoluzione della compartecipazione con il Sassuolo nel giugno 2014; le sue presenze con la Juve sono successive e riguardano la stagione sportiva 2015-2016)”.

immobile-italiaE ancora: “Più nel dettaglio, Immobile, acquistato per appena 80.000 euro, ha consentito di registrare (attraverso le cessioni, prima di una metà al Genoa nel gennaio 2102 per 4 milioni di euro e poi dell’altra metà al Torino nel giugno 2014 per 8 milioni di euro) una plusvalenza complessiva pari a circa 12 milioni di euro. Passando a Berardi, la sua metà fu acquistata nel settembre 2013 per 4,5 milioni di euro, cedendo metà di Marrone, prodotto del vivaio; questa operazione generò una plusvalenza di circa 4,4 milioni di euro; successivamente, nel giugno 2015, fu risolta la compartecipazione con il Sassuolo per un controvalore di 10 milioni di euro, generando una plusvalenza di 7,3 milioni di euro. Infine, per quanto riguarda Zaza, nel luglio 2013 fu acquistato dall’Atalanta per 3,5 €/mln e contemporaneamente ne fu rivenduta la metà alla Sampdoria per 2,5 €/mln, con una prima plusvalenza di circa 0,75 milioni di euro; successivamente, nel giugno 2014 fu risolta la compartecipazione con il Sassuolo per un controvalore di 7,5 milioni di euro, generando una plusvalenza di 5,4 milioni di euro. A tali operazioni vanno ad aggiungersene altre, di dimensioni minori, che forse evidenziano ancor di più la significativa capacità della dirigenza juventina nelle attività di scouting e valorizzazione di giovani calciatori; in particolare, le operazioni con i calciatoriAlberto Masi e Mbaye Diagne hanno generato proventi (da plusvalenze e prestiti) pari a 3,5 milioni di euro. L’operazione con Diagne è emblematica a tal proposito: l’attaccante senegalese naturalizzato ivoriano, notato da Paratici nell’estate 2013 nel Bra (squadra di Lega Pro), venne tesserato per soli 30.000 euro dalla Juve e, senza mai disputare una partita con la squadra bianconera, dopo una serie di prestiti (gratuiti all’Ajaccio in Francia e al Lierse e al Waterlo in Belgio, onerosi all’Al Shebab in Arabia per 200.000 euro)nell’agosto 2015 è stato ceduto allo Uipest (squadra della prima divisione ungherese) per 200.000 euro in prestito con obbligo di riscatto con un guadagno del 50% della futura rivendita, avvenuta nel febbraio 2016 alla squadra cinese Tianjin Teda per 1,8 milioni di euro, di cui 0,9 per la Juve. In sintesi, considerando i prestiti e la plusvalenza della cessione definitiva, dai 30.000 euro dell’acquisto nell’estate 2013 la Juve ha conseguito 1,3 milioni di euro; in termini relativi, un capolavoro di rendimento finanziario ed economico. Per Masi, dopo la cessione della prima metà nel luglio 2013 per 2 milioni di euro, nel gennaio 2015 è stata ceduta l’altra metà per 1,5 milioni di euro nell’ambito dell’acquisto di Alberto Brignoli. A conferma dell’importanza dell’oculata gestione del player trading per la Juve è sufficiente evidenziare che nei cinque esercizi dal luglio 2011 al giugno 2016 il valore cumulato della grandezza Fatturato – Costi operativi + Risultato del player trading è stato pari a -15,1 milioni di euro (questo valore è influenzato dalla perdita operativa dell’esercizio 2011/2012. Gli ultimi tre hanno registrato invece un valore ampiamente positivo). Senza le cinque operazioni illustrate in precedenza tale grandezza sarebbe stata pari a circa -43,5 milioni di euro (i 33 milioni di euro derivanti da plusvalenze e proventi da prestiti di dette operazioni vanno nettati degli ammortamenti complessivi contabilizzati sui cinque calciatori, comunque di importi non molto significativi essendo pari a circa 4,5/5 milioni di euro; in effetti, per i calciatori Immobile, Marrone e Mbaye Diagne gli ammortamenti sono stati irrisori). L’esempio della Juve, che per essere seguito anche dalle altre società sportive richiede ovviamente un’organizzazione strutturata e competente, è una testimonianza degli effetti positivi che un’attenta gestione del player trading e dello scouting di calciatori può fornire alle società di calcio professionistiche in Italia, che da anni evidenziano seri problemi dal punto di vista economico-finanziario”.

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