La chiave tattica – Dani Alves “oscura” Dybala, ma Allegri azzecca la mossa

Capire cosa abbia in testa Cuadrado, cercare di comprendere l’eccezionale spirito di gruppo della Juventus, applaudire ancora una volta l’immenso Gigi Buffon: operazioni che andranno pur fatte, ma che tutto sommato esulano da un discorso puramente tattico. La Juve vince grazie ai tre fattori di cui sopra, al quale in realtà va aggiunto un quarto, altrettanto importante: la volontà di provare a vincerla, fino alla fine, perché era troppo importante farlo. Espulso Lemina, dunque si passa al 4-3-2, senza togliere attaccanti: chiaro messaggio di Allegri sia alla propria squadra che al Lione. Alex Sandro mezz’ala, Pjanic restituito al gioco (dal quale si era autoescluso nel primo tempo) e lo straordinario Higuain a cucire gioco ed aiutare in difesa. Nel finale farà addirittura il terzino, per coprire il posto lasciato vuoto dall’ennesima sgroppata di un ormai esausto Alex Sandro: mai il “Pipa” aveva fatto una cosa simile. nelle squadre in cui aveva giocato fin’ora.

IL PARADOSSO TATTICO DI DANI ALVES. Ma la Juventus pur dominante del primo tempo ha lasciato qualche punto interrogativo, perché se il gol avrebbe potuto arrivare lo stesso, qualcosa non ha girato a dovere. I francesi si sono schierati con il 5-3-2, chiara dichiarazione d’intenti: “non vogliamo prenderle” era il messaggio di Genèsio. Nel primo tempo i bianconeri hanno messo in campo l’ormai classico 3-4-3, con Pjanic sulla linea di Dybala e Higuain: ma il gioco si è appoggiato eccessivamente su Dani Alves, troppo fumoso sia in avanti che (soprattutto) in difesa, dove ha commesso alcune clamorosi errori di posizione.

DYBALA FUORI DAL GIOCO. Ma la posizione dell’esterno brasiliano ha avuto l’enorme controindicazione di “oscurare” dal gioco Dybala, che si è spesso defilato sulla destra col risultato di allontanarsi (questa volta sì) da Higuaìn. L’ex del Palermo non è mai riuscito a prendere palla centralmente, non è mai stato al centro del gioco: stesso dicasi per Pjanic, che cercava troppo rapidamente di attaccare lo spazio davanti a sé senza dare il solito apporto alla manovra. Palla quindi troppo spesso sugli esterni, che la difesa schierata del Lione riusciva a rintuzzare in un modo o nell’altro. Paradossalmente, l’espulsione del “solito” Lemina ha rimesso a posto alcune cose, ma quello di Dani Alves “rischia” di diventare un problema: il suo cambio con Cuadrado sembrava prossimo, prima del rosso. Fortunatamente, il colombiano è entrato lo stesso: perché l’allenatore, questa partita voleva vincerla davvero.

Gennaro Acunzo

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