Il bilancio conferma: la Juve cresce ancora. Ottimo lavoro, ma si può fare di più

Il progetto di bilancio della Juventus, approvato ieri dal CdA, certifica la crescita della società bianconera: fatturato da record e secondo utile consecutivo. Un risultato importante, che conferma – e, addirittura, supera – le previsioni degli ultimi mesi.

Bayern Monaco nel mirino

I ricavi, ormai, sfiorano i quattrocento milioni: 387.9, per la precisione. Siamo ancora lontani dai 523 milioni del Bayern Monaco, registrati al 30 giugno 2015. E sarebbe poco utile prendere in considerazione società come Barcellona e Real Madrid, per le tante differenze tra la Juventus e queste ultime. Il modello, come dichiarato varie volte dalla dirigenza, restano i bavaresi.

La filosofia del Bayern Monaco, infatti, prevede l’auto-finanziamento: una strada opposta a quella delle inglesi e delle spagnole. I tedeschi hanno puntato, prima di tutto e tutti, all’azzeramento dei debiti e su forme di guadagno innovative: meno dipendenza dalla tv, più diversificazione. Una via non facile, ma da prendere per arrivare nell’élite, senza spese pazze.

Lotta contro i limiti

Nonostante i limiti strutturali, la Juventus sta tentando di seguire quell’esempio. È anche per questo motivo che Andrea Agnelli si è battuto per la riforma della Champions League: l’Italia tornerà ad avere quattro posti. E sono evidenti i benefici, sia economici che sportivi: più introiti, più competività. Elementi che, senza dubbio, aiuteranno anche i bianconeri a innalzare il proprio status. Un sistema forte aiuta, perché garantisce maggiore visibilità.

Pogba l'ultima, grande plusvalenza bianconera
Pogba l’ultima, grande plusvalenza bianconera

Certo: i risultati sportivi incidono per larga parte sui risultati economici da record. Senza i cinuque campionati vinti di fila e, soprattutto, la finale di Champions sarebbe stato difficile arrivare così presto a questi livelli. Invece, a differenze di tante altre, la Juventus ha saputo coniugare le esigenze di bilancio alle scelte tecniche: sempre ponderate al meglio, spesso giuste. Vanno lette in questo senso, per esempio, le plusvalenze di Arturo Vidal – che incide sull’ultimo bilancio – e Paul Pogba – che, invece, inciderà sul prossimo.

Espansionismo bianconero

Le scelte giuste, però, si sono estese anche sul reparto commericale: vedi il nuovo accordo con Adidas e il duro lavoro per espandere il brand Juventus. Ultimo passo in questo senso è l’accordo con Iba, l’International Bank of Azerbaijan, l’ennesimo tassello dell’espansione bianconera verso Oriente.

Una politica che necessiterebbe del supporto federale, come avviene in Inghilterra, ma si sa come funziona: in Italia prevalgono altre considerazioni. Andrea Agnelli, invece, forte del suo background manageriale britannico, guarda oltre e, insieme al suo staff, sta proiettando la società nel futuro.

È da sottolineare anche quanto e come sta funzionando la gestione in proprio del merchandising. A differenza di tante altri club del marchio tedesco, Juventus ha deciso di rinunciare ai sei milioni garantiti da Adidas. È per questo motivo che l’accordo, firmanto nel luglio 2015, è passato dagli iniziali 29,25 milioni annui agli attuali 23,25.

Per quest’anno, infatti, la dirigenza bianconera si aspettava un fatturato di circa 15 milioni alla voce “vendita di prodotti e licenze”. Obiettivo quasi raggiunto, si potrebbe dire, dato che la Juventus ha incassato 13,5 milioni per quest’attività – grazie anche a una serie di accordi con concessionarie in giro per il mondo. Una differenza, importante, di sette milioni e mezzo, destinata a crescere in caso di grandi risultati in Europa.

Fare di più: aumentare l’utile

Ma la mentalità bianconera non permette di accontentarsi. Mai. È per questo motivo che bisognerà fare ancora meglio, negli anni. Come? Ricordiamo il modello: il Bayern Monaco. Ecco: i tedeschi, nel 2015, hanno fatturato 523 milioni di euro – come abbiamo detto. E hanno registrato un utile di 23,8 milioni: salta all’occhio la differenza tra questo dato e quello bianconero. L’utile della Juventus, infatti, è fermo a 4,1 milioni.

Lahm, capitano del Bayern: viene dal vivaio
Lahm, capitano del Bayern: viene dal vivaio

Si può parlare dei maggiori introiti dei bavaresi, del sistema diverso in cui operano e dell’assenza di debiti. Sono tutti fattori decisivi nell’ottica del bilancio annuale. C’è una via da percorrere per colmare questo gap: puntare sui giovani prodotti in casa. Lo stesso Bayern, in una rosa di livello assoluto, ha diversi talenti del vivaio: dal capitano Lahm ad Alaba, passando per Badstuber e Kimmich.

I vantaggi del cambio di rotta

Sarebbe una mossa utile sotto vari aspetti: si andrebbero ad abbattare i costi del personale tesserato, oltre ad avere vantaggi nell’ottica delle regole per le rose di Figc e Uefa. Inoltre, un blocco di giovani bianconeri sarebbe prezioso anche per mantere lo spirito del gruppo. E, aspetto da non sottovalutare, regalerebbe nuovi idoli alla tifoseria.

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Hernanes, testimonial Adidas

Per esempio, Hernanes pesa a bilancio per circa 12 milioni di euro: una cifra spropositata, rapportata al suo reale utilizzo. Per fare un rapido paragone, vi basti pensare che Alex Sandro ne costa circa 11 all’anno – quota di ammortamento più ingaggio lordo.

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Luca Clemenza, talento della Primavera

Insomma: sostituire il centrocampista brasiliano con Clemenza quanto inciderebbe sulla qualità finale della rosa? Poco, se non niente. Inoltre, si darebbe modo a un talento importante di crescere in un ambiente di campioni e mettere minuti nelle gambe.

Sì, direte: servono le squadre B. È vero, non c’è dubbio: poter garantire continuità a un giovane è fondamentale. Se in un campionato vero, ancora di più: forma sia tecnicamente che caratterialmente. Ma la Juventus ha saputo più volte sopperire alle lacune sistemiche da sola, pensate allo stadio: perché non provarci, di nuovo?

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