Il caro-biglietti e il limone da spremere: attenzione a non esagerare

Esiste sempre un “mezzo del cammin di nostra vita” quando si parla di argomenti al limite del pubblico e del privato: ognuno ha le sue ragioni, ma nella maggior parte dei casi trionfa l’interesse “di chi ha interesse”. Verrebbe da dire purtroppo, da sperare che non sarà sempre così, o magari da pensare che ogni tanto qualcuno possa passarsi una mano sul cuore, non soltanto sul portafogli. In attesa che ciò succeda, ci limitiamo ad annoverare il caso delle società di calcio: sodalizi privati, tenuti insieme dall’interesse di un singolo (o di un gruppo), ma dall’enorme interesse pubblico. E’ un po’ la contraddizione del capitalismo: la produzione è sociale, l’appropriazione è privata. Nell’attesa di poter risolvere questa annosa questione, limitiamoci a considerare le contraddizionidella casa bianconera.

I tifosi sono quelli che con la loro passione tengono in vita il giocattolo: biglietti, abbonamenti, pay-tv, magliette e quant’altro. Senza di loro smetteremmo presto di parlare di calcio. I tifosi, non tutti ma il nucleo più importante, sono quelli che seguono la squadra ovunque, che le danno carica, che vivono con quei colori tatuati sotto la pelle e sarebbero disposti a qualunque cosa pur di difenderli. I veri tifosi vanno allo stadio, almeno quelli che possono: e ci vanno sempre, in casa o in trasferta. Poi esiste una pletora di tifosi che si reca allo stadio quando può, che magari viene da lontano, che vorrebbe fare di più per la propria squadra, ma davvero non può.

E c’è la geografia del tifo bianconero in Italia, che a Torino conoscono molto bene, ed in funzione della quale si decise di non costruire uno stadio troppo grande, pena il rischio di creare una cattedrale che molto spesso si sarebbe trovata nel mezzo del deserto, come accadeva spesso col Delle Alpi. E allora, cerchiamo di facilitare l’affluenza dei tifosi che rappresentano l’asse portante di qualsiasi club di calcio. “Con lo stadio, i ricavi sono passati da 13 a oltre 40 milioni: cominciano a essere cifre importanti. Quella dei 41mila posti è poi la capienza giusta, considerando che la metà dei tifosi arriva da fuori Torino”. Parole di Andrea Agnelli, in prima persona.

E allora, caro presidente, visto che il limone si può spremere ma fino ad un certo punto, in attesa che gli altri asset inizino ad essere ugualmente remunerativi, non sarebbe forse il caso di smetterla di chiedere gli straordinari alle finanze dei tifosi? Juventus-Siviglia: 45 euro la curva, 120 euro la Tribuna Est. Prezzi già visti in passato, ma questo non è certo un alibi, anzi è un’aggravante. I tifosi amano questa squadra, e se è inevitabile che una società di interessi privati cerchi di ottenere profitti su tutto (e siamo stati i primi ad applaudire in tal senso), non è giusto farlo oltremodo su questa passione. La Sud era piena, la Est vuota per un terzo: mai visto in Champions. Perché la geografia del tifo bianconero, come poc’anzi detto, la si conosce bene. Viaggi, pernottamenti, biglietti: Puglia, Sicilia, Campania, Calabria, giusto per citare le più lontane. Forse ora state chiedendo davvero troppo a questi tifosi.

Gennaro Acunzo

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