La partita di Leonardo Bonucci: solidità in difesa ma scarsa precisione nell’impostazione dell’azione

L’intero popolo bianconero attendeva trepidante l’esordio della nuova Juventus nella Champions League 2016-17, sperando in una vittoria netta contro il Siviglia di Sampaoli, ma la Vecchia Signora ha deluso i suoi fans giocando una gara nettamente al di sotto delle aspettative, soprattutto in fase propositiva. Non fa eccezione Leonardo Bonucci, perno centrale della difesa bianconera e primo costruttore di gioco del team di Allegri.

ATTENTO IN CHIUSURA – Dal punto di vista difensivo, il giocatore viterbese si è mostrato solido come sempre, coordinandosi alla perfezione con il rientrante Barzagli e con un ritrovato Chiellini. Sicuramente il Siviglia di ieri sera non è stata quella formazione arrembante e propositiva che evidentemente si aspettava Massimiliano Allegri, visto che Sampaoli ha rinunciato al centravanti Vietto preferendogli come falso nove la vecchia conoscenza ex Palermo Vazquez, ma “Bonnie” ha fatto il suo, risultando sempre attento in chiusura. Sono ben sette le palle recuperate dal numero 19 della Juventus, secondo solo a Chiellini, condite da un anticipo e 4 contrasti vinti su 5, il migliore dei torinesi a questa voce. L’esito finale è stato scontato: 0 tiri in porta degli accorti andalusi e Buffon spettatore non pagante.

DIFFICOLTA’ NELL’IMPOSTAZIONE – Bonucci, però, come sottolineato in precedenza ha trovato molte difficoltà in fase di costruzione del gioco, così come la Juventus tutta, in particolare nella prima frazione quando i biancorossi di Spagna pressavano a tutto campo come degli ossessi i portatori di palla juventini. Il pressing ospite era alto, ogni giocatore marcava stretto il suo uomo e, vista la lentezza del giro palla dei padroni di casa, spesso si verificavano raddoppi e addirittura triplicazioni di marcatura su chi cercava di impostare. In una situazione del genere, forse anche il miglior Pirlo si sarebbe perso, ma almeno bisognava provare ad alzare i ritmi dell’incontro e la velocità di passaggio, cosa che non è avvenuta ed ha penalizzato fortemente le uniche fonti di gioco bianconere della prima ora di gara, ovvero Dybala, costretto a tornare sempre più dietro per ravvivare un’addormentata Madama, e appunto Bonucci, che non è mai riuscito a trovare smarcati in situazioni pericolose d’attacco gli esterni o le punte di Allegri.

IMPRECISO NEI LANCI – Infatti, il centrale della nazionale è stato costretto prevalentemente a giocare con i propri compagni di reparto: sono 13 i passaggi per Chiellini e 10 quelli sia per Barzagli che per Buffon, dato decisamente più alto del solito e che dimostra come il centrale bianconero ha dovuto appoggiare quasi sempre corto. Purtroppo, quelle poche volte che ha provato a cercare il lancio, 7 volte in tutto il match, Bonucci non è stato preciso come al solito, fallendone ben 4. In particolare, proprio i lanci centrali che spesso sono risultati vincenti per spaccare le partite in favore della Juve, come si evidenzia da foto sottostante (Fonte: Stats Zone).

gara-bonucci

Le cose sono migliorate solo nel finale con l’entrata in campo di Alex Sandro e Pjanić, altre due fonti di gioco bianconero, che hanno allargato le maglie andaluse ormai non più freschissime ed hanno consentito a Bonucci di trovare linee di passaggio migliori anche negli appoggi in avanti. Purtroppo ciò non è bastato per vincere una gara che è sembrata decisamente alla portata della Juventus. A questo punto, mister Allegri dovrà riflettere molto su come schierare in futuro la squadra per facilitare il compito di costruzione della manovra e renderla più propositiva. Due punti fondamentali affinché il percorso in Europa dei campioni d’Italia sia il più lungo possibile.

Enrico Valentino

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