Basta euforia, ma niente allarmismi: Juve-Siviglia può fare bene

La Juventus non inizia nel migliore dei modi l’avventura in Champions League: Juve-Siviglia finisce con uno scialbo 0-0 dopo una partita molto brutta. Tutti si aspettavano un inizio diverso, uno start con l’acceleratore a manetta che avrebbe portato una super prestazione da parte dei bianconeri e i primi tre punti in cascina. Non è stato così, ma proprio per questo c’è da fare una riflessione molto ampia sulle potenzialità di questa rosa e sul lavoro che bisogna svolgere per esprimerle.

NIENTE PRESSIONI

Tante parole, tante aspettative, tante pressioni arrivate dall’esterno: in questi mesi di avvicinamento alla Champions è sembrato quasi che il cammino degli uomini di Max Allegri verso la consegna della coppa a Cardiff sarebbe stato una formalità. Non è così, ma con una campagna acquisti come è stata quella estiva, era lecito aspettarsi tali ambizioni. Non bisogna, però, farsi colpire dalla pressione dopo aver steccato la prima, pensare che sia stato un passo falso e che non ci sia più tempo per lavorare. È proprio il contrario, perché i bianconeri devono imparare da questa partita e andare avanti: siamo ancora a settembre, e fino a marzo c’è una stagione di mezzo.

NIENTE ENTUSIASMO

Una prestazione semi-negativa come quella con il Siviglia, inoltre, potrebbe anche aiutare in ottica MAX ALLEGRIfutura la rosa di Massimiliano Allegri. Se, infatti, da un lato, bisogna evitare il cosiddetto contraccolpo psicologico, dall’altro questo può esserci in positivo. Gli entusiasmi derivanti dai nuovi acquisti e dalle brillanti prestazioni in campionato potranno e dovranno scemare, per far posto sì alla consapevolezza dei propri mezzi, ma anche al fatto che, per raggiungere obiettivi importanti e per portare a casa trofei, bisogna avere calma, pazienza e umiltà, come spiegato anche da Gigi Buffon. Juve-Siviglia, dunque, sarà bene inserirla a fondo nella memoria dei calciatori bianconeri: in Europa soprattutto nessuno regala niente e se non si gioca al 100% sempre non si va da nessuna parte. Niente allarmismi, dunque, ma neanche spazio all’euforia: ci vuole molta, molta, molta calma.

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