Testa bassa, testa alta

Non ci stancheremo mai di dirlo, il calendario così com’è non ci piace e non ci piacerà mai. L’inizio poco dopo la metà di agosto, partite alle 18.00 con temperature che hanno costretto all’introduzione del mini intervallo a metà tempo, la pausa per le nazionali dopo due giornate appena. E la sensazione che il campionato non sia ancora davvero cominciato.

SOLO UN PICCOLO PASSO – Sembra davvero che la Serie A ancora sia ai nastri di partenza, e che queste due prime giornate siano un po’ come il primo giorno di scuola, dove l’unica seccatura è quella di alzarsi presto ma sai già che la mattinata passerà liscia. Parliamoci chiaro, meglio arrivare alla minipausa con i sei punti di quest’anno che gli zero dell’anno scorso, ma la sensazione è che molte squadre non abbiano ancora iniziato a fare sul serio. Guai dunque a cantare vittoria dopo 180 minuti, sarebbe un errore imperdonabile. Allegri si ritrova nel paradossale ruolo inverso rispetto a quello di 12 mesi fa: allora il problema era risvegliare la fame dei giocatori, quel sacro fuoco di voglia di vittoria che sembrava improvvisamente essersi spento contribuendo ad alimentare le critiche per le cessioni dei vari Pirlo, Vidal, Tevez e Llorente. Adesso si trova a dover fare il pompiere, un “Grisou” (lo ricordate il draghetto che voleva fare il pompiere?) dei tempi moderni che deve arginare il troppo entusiasmo che si sta creando intorno a questa che sembra una Juve perfetta e costretta a vincere tutto per forza. Il mantra del mister è sempre lo stesso: “non abbiamo vinto niente, abbiamo una grande squadra ma partiamo da zero punti come tutti e le partite vanno vinte sul campo”. Ok, se per qualcuno il campionato inizierà effettivamente dalla terza, diciamo che partiamo già da sei, che male non fa, ma la cosa finisce lì. D’altronde, essere campioni sotto l’ombrellone, o campioni d’inverno, sono titoli platonici che alla Juve non sono mai interessati e mai interesseranno. D’estate e d’inverno si programma e si gioca, semmai si esulta in Primavera.

NAZIONALI E NON SOLO – Se non bastasse la difficoltà di concentrazione a fine agosto, anche le nazionali contribuiscono a distrarre i giocatori. La Juve da sempre ne distribuisce parecchi, quasi la rosa intera tra prima squadra e under21, in giro per l’Europa e il mondo intero, e quindi ecco che adesso c’è da lavorare anche su questo aspetto. Qualcuno torna da vincitore e con buone prestazioni: Pjanić autore di due assist, e quindi probabilmente definitivamente recuperato dopo gli acciacchi iniziali; Dani Alves fresco di fascia di capitano, anche se non sarà per sempre; Lichtsteiner vittorioso sui campioni d’Europa del Portogallo, e chissà se e come si sanerBanner_editoriale_Dario_Ghiringhelli1à la frattura con società e tifosi. Altri arriveranno da trasferte meno esaltanti, come il colombiano Cuadrado sconfitto proprio dal Brasile o peggio Dybala amareggiato per l’espulsione alla prima da titolare con la maglia della nazionale argentina.Gli azzurri torneranno carichi dopo la vittoria in Israele, ma con Chiellini che deve ritrovarsi dopo due uscite non proprio all’altezza e con un rosso che gli impedirà di giocare contro la Spagna di Morata proprio allo Juventus Stadium. Insomma, come si diceva una volta, testa bassa e pedalare, senza più distrazioni, per tanti motivi. Perché il campionato inizia davvero, perché sabato c’è il Sassuolo che l’anno scorso ha rappresentato il punto più basso della stagione dei bianconeri (e anche in quel caso Chiellini fu espulso…), e perché mercoledì prossimo arriva anche il Siviglia per l’inizio della Champions: sempre memori di quanto successo l’anno scorso basta il nome della squadra per far rizzare tutte le antenne possibili. La concentrazione del mister deve essere quella di tutti.

Testa bassa dunque, perché bisogna lavorare sodo, ma testa alta, perché solo così si possono mettere a fuoco gli obiettivi. E quest’anno la Juve ne ha tanti, tantissimi, in termini di record ulteriori da riscrivere e di Scudetti e Coppe da sognare, inseguire e chissà, alzare.

Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)

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