Fasce spente, prova opaca per Sandro e Alves

La Juventus ingrana la seconda vittoria di fila contro la Lazio all’Olimpico. Una partita difficile, una prestazione non straordinaria, soprattutto in una parte del campo che, visto il modulo di gioco, dovrebbe essere quella fondamentale: le fasce.

MALE ALVES – Daniel Alves aveva incantato tutti alla prima di campionato contro la Fiorentina, così come nelle amichevoli estive. A Roma, però, non brilla, soprattutto per la posizione che occupa: spesso troppo accentrato, non dà ampiezza alla squadra. Sia in fase difensiva che offensiva, inoltre, viene sovrastato da Lukaku e non dà copertura a Benatia, che molte volte deve scalare o temporeggiare contro più di un avversario. Crescerà, naturalmente, perché questo è ancora calcio d’agosto ed è solo la sua seconda partita da bianconero. Rimandato, ma c’è fiducia.

SANDRO SPRECONE – Spreca molto, invece, Alex Sandro, dall’altro lato del campo. L’esterno di sinistra prova spesso l’uno contro uno senza fortuna ed è anche sfortunato perché non trova il giusto appoggio nella mezzala sinistra, Asamoah. In fase difensiva è più attento rispetto alla partita dello Stadium contro la Fiorentina, ma perde tantissimi palloni e contrasti. Anche lui avrà tempo per rientrare in condizione, anche in lui è riposta grandissima fiducia per un futuro roseo. alex sandro

ESTERNI FONDAMENTALI – Ed è indispensabile crescere perché le fasce rappresentano uno sbocco fondamentale per vincere e sbloccare le partite che, come all’Olimpico, sono bloccate. Inzaghi ha otturato le linee con un 3-4-3 che non ha permesso alla Juve di passare centralmente, mentre sugli esterni, come spiegato, c’è stata una giornata no. In questi momenti, solo una grande iniziativa può sbloccare il match e così è stato: un inserimento di Khedira, oramai abituato a spaccare le partite. Bisogna crescere, dunque, su tutti gli aspetti, ma niente drammi: la Juventus c’è, ha 6 punti dopo due gare e va alla sosta con il vento in poppa.

 

 

 

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