Atteggiamento aggressivo e polemica preventiva: ecco la nuova strategia anti-Juve

Ci sono persone, o squadre in questo caso, che sfruttano le conferenze stampa per dialogare con i media in modo costruttivo, cercando di fornire dati, informazioni e analisi e poi ci sono, purtroppo, quei soggetti che decidono di usare la stampa per sfogare frustrazioni personali (societarie in questo caso) e per costruire e alimentare un ambiente di sospetto e diffidenza nei confronti dell’uno o dell’altro avversario di turno.

JUVENTINI BRUTTI E CATTIVI – E’ quello che, purtroppo, avviene costantemente attorno ai colori bianconeri. La Juventus acquista un giocatore da una squadra rivale? Mancanza di stile e comportamento irrispettoso. La Juventus vince, meritatamente, dominando l’avversario, ed ecco che spuntano i moviolisti di turno a disquisire su 2 millimetri in più o in meno e su presunti fuorigioco inesistenti o, ad onor del vero, molto molto difficili da valutare. Poi ci sono quelle voci che cercando di screditarti per spostare l’attenzione sulla loro inferiorità, cercando così di focalizzare media e stampa su un congiuntivo sbagliato. Spesso a questo si accompagna un tono e un approccio aggressivo che dovrebbe, teoricamente, comunicare forza, ma che è il veicolo di grande insicurezza e di profonda instabilità. In tutto questo c’è chi a questo gioco non ci sta e cerca sempre di mantenere un livello alto, sia in campo sia nelle relazioni con la stampa e con i media. C’è chi cerca di far parlare il campo, limitandosi ad esprimere Calcio e non polemiche o accuse preventive volte a destabilizzare l’ambiente.

juvefiorentina rigore

CULTURA DEL SOSPETTO – Si perché il fine ultimo è quello: creare un ambiente instabile, in cui un errore diventa malafede e una svista alimenta la cultura, innata nel popolo italiano, del sospetto. Perché si sa, va avanti il più furbo, non il più meritevole. In Juventus-Fiorentina c’era un rigore per i bianconeri che poteva starci come poteva non essere fischiato: la palla rimbalza sul ginocchio del difensore viola prima di colpirne il braccio. A termini di regolamento il rigore può essere concesso, perché il braccio è in una posizione innaturale e aumenta il volume del corpo, consentendo alla Fiorentina di spazzare l’aerea e sventare un’occasione potenzialmente pericolosa dei bianconeri.

CULTURA DEL RISPETTO – Il direttore di gara “non se l’è sentita” e ha lasciato continuare, giustamente, aggiungiamo noi. La Juventus ha protestato, altrettanto giustamente, in campo per un episodio dubbio, ma finita la gara non una mosca su un episodio che avrebbe potuto, da subito, spaccare la gara e indirizzarla verso i colori bianconeri.
Ecco, la differenza è semplicemente questa: c’è chi vuole il sospetto, vuole che si pensi male e vuole destabilizzare l’ambiente che circonda gli avversari, ricercando nel caos e nel dubbio l’alibi perfetto per i propri fallimenti e poi c’è chi tace quando deve, pur sapendo farsi sentire quando serve e che alimenta una cultura del rispetto, anche quando un episodio te le fa sonoramente girare in senso antiorario. Perché è importante distinguere chi sa farsi rispettare da chi pretende rispetto screditando gli avversari.

Adesso, in tutto questo discorso, fingete per un momento che quella cultura del sospetto sparisca e che si lasci il campo al merito: a cosa pensate si aggrapperebbero gli avversari della Juve per i loro fallimenti? Semplice: al nulla! Perchè avendo l’onestà intellettuale di ammettere le proprie colpe, ciascuno sarebbe più focalizzato sul miglioramento piuttosto che sullo screditare l’avversario di turno.
Ma come ben si sa, i vincenti trovano sempre un modo, i perdenti trovano sempre una scusa!

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