Così non si può

Sarà il caldo, sarà l’attesa, sarà la voglia di calcio giocato: ma questo periodo resta fondamentalmente insopportabile. Complice Paul Pogba, malvolentieri protagonista dei patimenti estivi. Complice il suo agente, la sua storia, il suo ritorno allo United che è tutto fuorché romantico: i vecchi amori non si riconquistano coi soldi, semmai con le buone intenzioni, semmai con un colpo di fiamma improvviso. O di progetto, restando in termini calcistici.

Eppure di settimana in settimana la storia non cambia mica: c’è l’accordo, ci sono le visite prenotate, slitta l’ultimo incontro. Dulcis in fundo: quell’accordo non c’è mai stato. E via con le parole di rito, e con le non parole di rito: sembra un teatrino del tutto gratuito, a pagare c’è solo il tifoso in attesa di buone nuove. Ecco, Paul non tornerà a Vinovo: nel weekend dovrebbe esserci la totale definizione dell’affare. Torna a casa, dov’è stato sempre elogiato ma mai indirizzato, dov’era considerato un buon prospetto senza mai essere testato sul campo. Perché sarà anche il più grosso rimpianto di Ferguson, però ora diventa un’arma a doppio taglio per José Mourinho: tanti milioni, tante responsabilità. E pure tanto talento da gestire.

Così però non si può, o almeno non si è potuto: la gestione dell’affaire Pogba in fondo ricorda il tanto bistrattato Higuain. Non una parola dal suo entourage (Raiola sporadicamente ha “definito” la situazione), non una parola dal giocatore: sempre ammiccante nei confronti dello United, mai deciso e coerente con un’unica linea di pensiero. È il gioco delle parti, e ci può stare: permettete tuttavia una nota stonata in un contesto sempre meno umano? Banner-Editoriale-Cristiano-Corbo

Simon Kuper lo capì prima di tanti: “Quando miliardi di persone si preoccupano di un gioco – sosteneva – esso cessa di essere solo un gioco”. Se quantificassero le domande esistenziali poste nell’intera vita dell’uomo, queste sarebbero comunque in numero inferiore rispetto ai quesiti sul futuro di Paul Pogba. Certo, si esagera: ma non si scherza. Non col cuore dei tifosi, ancor meno con le mezze parole, con i mezzi sorrisi, con i mezzi indizi. Non lo merita nessuno.

Sarà quel che sarà: il meglio, e anche di più, al talento francese nato con la maglia dei Red Devils addosso, diventato uomo con l’eleganza del bianco e del nero sul cuore. Arrivò Paul, se ne andrà da Pogba. E con un po’ di strascichi, sicuramente evitabili: farà pur parte del gioco, ma qui a nessuno piace. Nemmeno a lui, ne siamo sicuri.

CriCo

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