Questione d’amore

Quella delle plusvalenze è un po’ il leitmotiv della gestione del mercato bianconero degli ultimi anni, con una folta moltitudine di giocatori che hanno ritrovato valore tecnico nonché economico in quel di Torino. Un’altra possibilità si sta concretizzando in questi giorni: gli sceicchi del Manchester City hanno infatti messo sul piatto la mostruosa cifra di 60 milioni per strappare Bonucci alla Juventus, la quale aveva acquistato il difensore per soli 15,5 milioni offerti al Bari, società che ne deteneva precedentemente il cartellino.
ANALISI TATTICA E MERCATO – Se dal punto di vista del bilancio la cessione sembra essere perfettamente logica, appare quasi assurda da quello tecnico – tattico. Con i soldi eventualmente derivanti dalla cessione, su chi bisognerebbe reinvestire? Il mercato non offre grandi possibilità, specie se si considera la carestia di difensori di grande livello che affligge il panorama non solo europeo, ma addirittura mondiale; la Juve, con Bonucci, può contare su uno dei centrali più forti attualmente in attività e la sua perdita, aggravata inoltre dal disfacimento del terzetto difensivo su cui sono stati costruiti i successi degli ultimi anni, non potrebbe essere compensata dalla plusvalenza scaturente. Il difensore ha, in più, permesso di sfruttare una variabile tattica innovativa quanto interessante: fondendo le caratteristiche temperamentali del difensore “vecchio stampo” a quelle squisitamente tecniche da centrocampista, ha consentito, a Conte prima e Allegri poi, di affidarsi ad un’altra fonte di gioco che ha fatto saltare spesso e volentieri la strenue difesa avversaria. Come se tutto ciò non bastasse, il viterbese ha anche il vizio del gol “pesante”, caricandosi sulle spalle la squadra nei momenti che contano: vedere per credere le reti realizzate contro la Roma nel match scudetto della stagione 2013/2014, o quella, molto più recente, in nazionale contro la Germania, addirittura dal dischetto.
Gli obiettivi della società per la prossima stagione sono oramai chiari, per puntare all’affermazione internazionale non ci si può privare delle frecce più importanti della propria faretra, andando a rafforzare una diretta concorrente.

IDOLO DELLA FOLLA – Bonucci non è però solamente il prototipo del difensore – quasi – perfetto, infatti dopo le prime apparizioni, a dir poco rivedibili, è riuscito a scalare le gerarchie nel cuore dei fan, divenendo un vero e proprio idolo per la tifoseria bianconera. Bonny, come è chiamato, incarna forse più di tutti, con Marchisio e Buffon, la “juventinità” che tanto piace ai supporter: ha infatti saputo dimostrare l’amore per questa maglia, è stato tra i primi a metterci la faccia nei momenti di difficoltà, si è preso i gradi del leader cementando il gruppo e divenendo, lui stesso, il primo ultrà (nel senso più genuino del termine) juventino. Non è sempre facile entrare nelle grazie dei tifosi juventini, specie se l’inizio è tentennante e si ha un passato neroazzurro da farsi “perdonare”, ma il numero 19 è considerato nell’immaginario collettivo come quel baluardo cui non si può proprio fare a meno, per questo motivo, anche più delle ragioni tecnico tattiche, si può fare uno strappo alla regola e andare oltre le logiche finanziarie. La Juventus non può così privarsi di Bonucci, come lo stesso non può privarsi della sua Juve.

Impostazioni privacy