Pogba: “Conte mi diceva che ero troppo goloso, ma preferisco ancora dribblare. Il gol all’Udinese? Grazie a Quaresma…”

Una semifinale degli Europei nel destino, la Germania come prossimo step per diventare immortale. Paul Pogba si prepara, e l’Equipe gli dedica un’intervista specifica sul suo tipo di calcio. Da non perdere.
Ecco le dichiarazioni del centrocampiste bianconere tradotte dalla redazione di SpazioJ.

INTERNO – “Come preferisco calciare? Col collo interno. La forza quando passo? Dipende dalla distanza e dal modo in cui mi sposto il pallone tra i piedi. Se voglio mettere più forza allora utilizzo più il collo interno del piede. Ma se chi riceve la palla non è troppo lontano allora vado con un semplice interno, per essere più preciso, a posto. Per arrivare al ‘millimetro’. Il lancio ad Evra? Dipende anche dall’allenamento. Quando dico che voglio essere il migliore è perché metto tutto me stesso nel lavoro. È ad Havre che ho realizzato di dover iniziare a lavorare sull’utilizzo di tutta la superficie del piede. Prima di ogni allenamento, con François Rodriguez, lavoravo sul gioco lungo. Ho davvero da ringraziarlo. Ci ha mostrato come ‘ammorbidire’ il pallone con il collo del piede: nessun lancio che ‘galleggia’, ma delle vere palle tese”.

ESTERNO – “Quando ho deciso di usare l’esterno? Sul colpo di testa, ma dipende. Se non posso colpire di sinistro perché il pallone è troppo sulla destra del mio centro di gravità, provo a spostarmi per tentare l’esterno. M’ispiro a Ricardo Quaresma. È l’esempio perfetto dell’utilizzo dell’esterno. È una vera arma per lui: arriva a dosare, a crossare, a colpire, a centrare… fa tutto con l’esterno! Riguardo all’esterno, tutto dipende dalla posizione del corpo. Un po’ spostato ma non troppo ‘pendente’. Gol con l’esterno? Sì, quello contro l’Udinese, in campionato. È stata una volée da fuori. Quando calci con l’esterno, dal punto di vista dell’estetismo calcistico, il calcio è più bello. Ma è più importante che la palla vada a finire dentro”Pogba Juventus

MODELLI – “La punta? Utilizzo anche quella, tutto ciò che serve. Arriva dal calcetto, e i ‘cinque’ giù dove abitavo io da piccolo. Lì si utilizza molto la suola e la punta, sulle piccole distanze. Mi sento davvero a mio agio con la suola e, sul prato, in partita, ad utilizzarla. Modelli? Hazard usa molto bene l’interno, Modric forse ancora meglio. E Pirlo? Ah, sì. È la precisione. Più effetto al pallone con questo tipo di calcio? Certi sono più a loro agio con l’interno, altri con l’esterno. Io? Non lo so. Dipende anche dalla flessibilità della caviglia. Se hai la caviglia ferma e metti l’esterno, è complicato. Ma ancora una volta c’è bisogno della tecnica. E sulla tecnica si lavora”.

PASSARE O DRIBBLARE? – “Preferisco dribblare. Alla Juve, Conte mi diceva che ero troppo goloso, che era necessario un gioco più semplice. Ma per me, giocare con uno o due tocchi può essere più complicato di far bene un dribbling”.

 

 

 

 

 

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