Cessioni ed opportunità

In questi giorni di fervore patriottico alimentato dalla Nazionale e da Euro 2016, si è molto discusso della qualità della nostra selezione, specie in relazione agli infortuni dei due fari del centrocampo italiano: Marco Verratti e Claudio Marchisio. Il che enfatizza l’importanza di avere piedi buoni, ma soprattutto ottimi cervelli nella linea mediana del campo.

Vero e proprio serbatoio, in questo senso, è sempre stata la Juventus, che ha potuto contare spesso e volentieri su un reparto di assoluto livello. Ad oggi il centrocampo titolare bianconero è uno dei più completi e competitivi su scala mondiale: l’equilibrio e le incursioni di un campione del mondo come Sami Khedira, la duttilità e la straordinaria intelligenza tattica di Claudio Marchisio, la spregiudicata esteticità ed il talento purissimo di Paul Pogba, cui si è da poco aggiunto uno dei migliori centrocampisti delle Serie A (assieme ad i già citati) Miralem Pjanic. Si è trattato di un vero e proprio colpo di mercato, in quanto il club non si è solamente assicurato le prestazioni di un grande giocatore, ma lo ha anche strappato ad una diretta concorrente come la Roma e per di più ad un prezzo che, in relazione al generale andamento del mercato, risulta essere abbastanza basso.

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In realtà non si tratta dell’unica operazione portata a termine da Marotta, il quale ha infatti riscattato anche Mario Lemina dal Marsiglia; il francese ha dimostrato, infortuni a parte, di potersi giocare le proprie opportunità e stare benissimo in questa rosa, il tutto arricchito dalla giovane età e dagli ampissimi margini di miglioramento come quelli del 23enne. Senza dimenticare le operazioni in vista futura, completate a gennaio, di Mandragora e Sensi.

Finita qui? Assolutamente no, perché il calciomercato è ancora lungo e le operazioni possono anche prevedere delle uscite: alcune da evitare, come quelle dei big appena citati, considerando il forte interesse del Real Madrid per Pogba ma anche quello del Leicester dell’ex Ranieri nei confronti di Lemina; altre necessarie allo sfoltimento della panchina e per fare cassa con qualche cessione mediamente importante come potrebbero essere quelle di Pereyra (seguito dal West Ham) e di Hernanes che ha molti estimatori in Cina (e si potrebbe cercare di monetizzare, visti i fondi messi sul piatto nelle precedenti finestre di mercato).

È vero che bisogna avere un reparto titolare di livello assoluto, ma è anche vero che bisogna poter contare su di una panchina di buon livello per poter arrivare in fondo a tutte le manifestazioni; il Bayern Monaco risolse l’ottavo con i subentranti, che, viceversa, non si rivelarono azzeccati per la Juventus (eccezion fatta per Mandzukic, limitato da problemi fisici).

Per questo bisognerebbe, innanzi tutto, mantenere una buona ossatura mantenendo oltre a quelli già citati anche Sturaro ed Asamoah, e, in secondo luogo, puntare su profili di non primissimo livello (anche perché Agnelli ha già messo mano al portafoglio per Pjanic – secondo acquisto più oneroso della sua gestione, dopo Dybala), come potrebbe essere quello dell’ex interista Mateo Kovacic, il cui prezzo del cartellino è scemato notevolmente nell’ultimo anno: il talento del classe ’94 non può essere messo in discussione, ma è ancora acerbo e non è riuscito a scalare le gerarchie di Benitez prima e Zidane poi.

Non si tratta di un nome che infiamma la piazza bianconera, ma proprio insistendo su un talento che latitava inizialmente, la Juventus ha fatto conoscere al mondo un giocatore che è poi è divenuto vera e propria poesia calcistica, come l’attuale tecnico delle merengues.

 

Samuele Giunta

 

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