Rugani, l’angelo dalla faccia pulita che ha conquistato la Juve

Daniele Rugani ha cullato fino al 31 maggio la speranza di poter far parte della spedizione azzurra in Francia, ma, alla fine, Conte gli ha preferito Ogbonna. Ciononostante, la stagione dello juventino può dirsi soddisfacente.

Rugani è arrivato la scorsa estate dall’Empoli, dopo due stagioni trascorse in Toscana, tra serie B e serie A. All’inizio ha faticato ad imporsi, tanto che molti ne ipotizzavano una cessione a gennaio, magari in prestito. Nei primi cinque mesi in bianconero, l’unica sua apparizione è stata quella del 30 settembre, quando, all’89’ di Juventus-Siviglia, gara valida per la seconda giornata dei gironi di Champions, sostituì Dybala.

Fino al 16 dicembre, giorno del suo esordio in Coppa Italia contro il Torino, il suo minutaggio è stato di 1′ su 2070 complessivi disputati dalla Juventus tra Supercoppa, serie A e Champions.
Erano in molti a chiedersi se il ragazzo avesse la stoffa per giocare nella Juve e le rassicurazioni di Allegri e Marotta sul fatto che sarebbe arrivata la sua ora, sembravano solo frasi di circostanza.

Dall’esordio di Coppa Italia in poi, però, qualcosa è cambiato.
Il 20 dicembre, infatti, Allegri lo ha inserito per Barzagli al 57′ di Carpi-Juventus, facendolo così esordire in serie A con la maglia bianconera. Il 10 gennaio è arrivata anche la prima da titolare, contro la Sampdoria. Da quel momento Rugani non si è fermato più, arrivando a collezionare 1161 minuti in serie A e 1625 complessivi.

C’è un dato su Rugani che va sottolineato per spiegare di che tipo di giocatore parliamo. Il 24 aprile, al 72′ di Fiorentina-Juventus, è infatti stato ammonito per la prima volta in serie A, dopo 4383 minuti “immacolati”. Contro il Carpi, il 1 maggio, è arrivata anche la seconda ammonizione. In tutta la sua carriera, il ragazzo di Lucca ha ottenuto 9 cartellini gialli in 10964 minuti.

rugani.juventus.2016.sguardo.750x450Rugani si fa forte di un’eleganza ed un senso dell’anticipo fuori dal comune, che gli permettono di capire prima di altri lo sviluppo dell’azione. Sono in molti a vedere in lui il “nuovo Scirea” perché di Gaetano ricorda non solo il modo di giocare, ma anche gli atteggiamenti fuori dal campo: mai una parola fuori posto o un comportamento sopra le righe.

Ora che è entrato anche nel giro azzurro (anche se non ha ancora debuttato), il ragazzo toscano ha un’autostrada spianata per diventare un punto fermo di Juve e nazionale.

Va detto, ad onor di cronaca, che lo juventino non è l’unico giovane italiano messosi in mostra in serie A in questa stagione. Il campionato da poco concluso ha visto altri profili interessanti in rampa di lancio. Tra questi, il più precoce di tutti è senza dubbio Gigio Donnarumma, portiere del Milan, classe 1999. Lanciato da Mihailovic, ha esordito 25 ottobre 2015, all’età di sedici anni e otto mesi, nella partita casalinga vinta 2-1 contro il Sassuolo. Il portiere rossonero è stata una delle poche note liete della stagione, collezionando 2629 minuti complessivi in serie A e rimanendo imbattuto per 11 volte.

Il campionato, quindi, sta scoprendo nuove leve, come si evince anche dall’esplosione di Bernardeschi (che Conte si è portato in Francia), Masina e Romagnoli. Il vento sta cambiando e forze nuove sono pronte ad ergersi come protagonisti del prossimo decennio anche con la maglia dell’Italia.

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