Pogba, parla il suo primo allenatore: “Faceva cose incredibili, mi piacerebbe vederlo al Real”

“L’ho visto per la prima volta a sei anni e ha giocato con noi fino ai tredici, poi gli ho consigliato di cambiare perché era di un livello troppo alto rispetto agli altri e così è andato al Le Havre”. Diciamo che l’inizio era promettente, ma che poi è stato il prosieguo ad essere esaltante. Le parole di Tati, primo allenatore di Paul Pogba, spiegano ed esemplificano il mito. Perché sì, nonostante l’età giovanissima, di mito si tratta.

“Viveva a Roissy en Brie – racconta il tecnico ad AS – dove ha imparato a lottare, mai timido tutto il contrario. A dieci anni abbiamo fatto un torneo a Saint -Raphael nel sud della Francia e Pogba ha segnato tutti i gol, i padri delle altre squadre si lamentavano perché era più grande, ma non era vero, era di quella categoria”. Più invidia che senso di giustizia. Del resto, “faceva cose incredibili, spesso in campo ripeteva quando mostrava in allenamento, l’idolo era Ronaldinho, ma gli piaceva anche Papin. All’inizio giocava attaccante ma a undici ha cominciato a giocare più indietro”.

pogba mamma

Un talento non solo educato, ma anche col suo carico di sofferenza. “La sua era una famiglia normale. I genitori erano separati, suo padre era tifoso del Marsiglia – chiosa Tati – È un orgoglio per la nostra struttura, siamo stati fortunati ad averlo, un idolo ancora di più dei fratelli che anche loro si sono allenati qui, quando viene è una festa”. Un po’ come dopo un suo gol allo Juventus Stadium: “Ma per me il Real sarebbe una buona soluzione per lui, ho letto che Zidane lo vuole e questa è una buona cosa”. Non per tutti, mister.

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