Una struttura e un modello vincente: è questa la Juventus di Andrea Agnelli

Se la Juventus, dal 2010 ad oggi, è riuscita a passare da un passivo di -95 milioni di euro, pericolosissimo in prospettiva futura, ad un attivo di 2,3 milioni di euro, registrando un bilancio in attivo dopo 6 anni, molto si deve all’ impeccabile gestione di Andrea Agnelli. Stile anglosassone, formazione di livello elevatissimo, purtroppo, troppo spesso, profeta in un deserto che sembra quasi non aver voglia di diventare un luogo vivibile. In sei anni di presidenza Agnelli: cinque scudetti, due Coppe Italia, tre Supercoppe italiane e ottimi risultati in Europa. La sensazione è quella di essere tornati al top sotto qualsiasi punto di vista. Non c’è vittoria senza una solida scrivania alle spalle e la meravigliosa opera della Juventus è stata soprattutto quella di aver bruciato le tappe senza per questo scottarsi.

UN NUOVO CORSO DI SUCCESSI – La famiglia Agnelli si è legata alla Juve già dal 1924 con la presidenza di Edoardo ed è rimasta parte del mondo bianconero fino ad oggi, passando dall’Avvocato e da Umberto, fino ad arrivare ad Andrea, il presidente attuale. La chiamata di Andrea Agnelli ha rappresentato la parola “fine” ad un periodo orribile e la dichiarazione di sconfitta di una linea dirigenziale che ha permesso i soprusi più incredibili e meschini. Con Andrea Agnelli presidente ha vinto l‘amore per la propria identità e si è aperto un nuovo corso juventino, fatto di vittorie fondamentali in campo e a livello dirigenziale.

MODELLO DI RIFERIMENTO – Andrea Agnelli ha rivoluzionato la Juventus in sei anni. Ha avuto bisogno di una sola stagione di assestamento, la prima (con il 7º posto in classifica targato Delneri). Poi la Juve è tornata a fare quello che le riesce meglio: vincere. La società Juventus in pochi anni è diventata il modello di riferimento in Italia, mentre le rivali storiche hanno gradualmente perso terreno. La struttura portante sportiva della società è perfettamente organizzata: dal vertice Andrea Agnelli, al direttore generale dell’area sportiva e amministratore delegato Beppe Marotta, dal ds Fabio Paratici al vicepresidente Pavel Nedved. Con due priorità assolute: le vittorie e il risanamento del bilancio. Il giorno in cui ha assunto la presidenza bianconera, Andrea Agnelli si era posto come obiettivo principale quello di restituire alla Vecchia Signora il ruolo da protagonista del calcio che le spettava, per tradizione, e di restituire ai suoi tifosi quell’orgoglio e quel desiderio di primeggiare da sempre connaturati ai colori bianconeri. La Juventus di oggi non solo ha ritrovato una inconfondibile identità vincente, ma è tornata ad essere un modello di organizzazione societaria e sportiva di successo. Lo ha fatto nel solo modo che storicamente conosce, ovvero primeggiando sugli avversari in campo ed alzando trofei.

ORA L’EUROPA La Juve si è ripresa l’Italia e adesso vuole imporsi anche a livello europeo, i tempi sono maturi. Dalle parti di Corso Galileo Ferraris sanno che vincere è l’unica cosa che conta, ma riuscire a farlo autofinanziandosi e con un bilancio in pareggio, come sottolineato dallo stesso presidente Agnelli nel corso della lunga intervista concessa a Sky, è altrettanto importante.

Luca Piedepalumbo

I commenti sono chiusi.

Impostazioni privacy