La metamorfosi di Pereyra: da dodicesimo a scarto. Di chi è la colpa?

Due anni son lunghi, lunghissimi. Per un calciatore, poi, quasi infiniti. Ecco: per Roberto Pereyra sono stati per lunghi tratti meravigliosi, per tanti altri clamorosamente dannati. Perché prima delle ultime panchine, lui, le stelle, le aveva viste. Eccome. Ed era scappato via in un futuro così roseo da apparirgli sconfinato. Peccato che i piedi per terra glieli abbia messi il fato. Senza neanche un mezzo preavviso.

Da dodicesimo uomo a scarto. Dodici mesi fa dicevi ‘Tucumano‘ e ti apparivano le speranze in fila indiana. C’era addirittura chi lo preferiva ad Isco o a qualsivoglia trequartista. Sarebbe cresciuto, sì. Sarebbe arrivato al livello dei più forti. E l’avrebbe fatto presto, prestissimo. Perché poi non c’è luogo migliore della Juve per uscire fuori dal guscio impregnato di talento. Guardandole ora, quelle sentenze, son tutti gufi appollaiati sullo stesso ramo che oggi ospita i suoi detrattori.

In questi giorni il West Ham ha offerto dodici milioni di sterline, la Juve verosimilmente valuterà. Quindi prenderà una decisione. Pare non ci sia più spazio per Pereyra. Pare Allegri non voglia ritagliarglielo, e il modulo è soltanto l’ultima prova. Può finire qui, in queste ore, la favola del ragazzo cresciuto nel River Plate e diventato grande col bianconero dell’Udinese addosso. Può terminare in questi momenti così concitati la favola del “colpo dell’anno” e del mago della doppia fase.

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Di chi è la colpa? Gli infortuni hanno fatto il proprio beffardo e poco simpatico corso. Ma alla fine il destino fa il suo corso, la voglia e l’uomo rimangono. Roberto ha sofferto, ha stretto i denti, ha giocato. Ma mai sentenziato, mai prendendosi tante responsabilità e soprattutto non riuscendo neanche una volta a proseguire con continuità e stabilità il proprio cammino con questa maglia. Separazione consensuale, la si veda così. Quel che resta agli occhi di tutti, comunque, è che ognuno ha perso un’occasione. La Juve, in primis, con un possibile ottimo colpo in prospettiva; il ragazzo, infine, con l’occasione della vita.

CriCo

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