Il 25 maggio 1953 nasce a Cernusco sul Naviglio Gaetano Scirea, un mito, una Leggenda… probabilmente entrambe le cose, nonché icona di correttezza e signorilità.
Insieme a Zoff, Gentile e Cabrini, formò una delle migliori linee difensive nella storia della disciplina. Tra la Juventus e la nazionale vince praticamente tutto. Fa parte anche di quella ristrettissima cerchia di giocatori che hanno trionfato in tutte le competizioni Uefa. Uno dei giocatori più forti del mondo, ma era troppo umile per dirlo o anche solo per pensarlo. E’ il caso più unico che raro, a dire il vero, in cui la gloria di un campione sportivo non pareggia l’immensità dei suoi solenni valori umani.
Terminata la carriera di calciatore aveva accettato l’incarico di allenatore in seconda al fianco di Zoff, quando, recatosi in Polonia per visionare il Górnik, squadra avversaria della Coppa Uefa, l’auto su cui era a bordo venne tamponata da un furgone prendendo fuoco rapidamente. Un uomo senza eguali che ci ha lasciato quando avrebbe potuto darci ancora tanto. E indubbiamente lo avrebbe fatto, considerata la generosità che lo ha sempre contraddistinto per tutta la carriera.
Elegante è la parola che meglio descriveva Scirea. Elegante era il giocatore, sempre a testa alta. Corretto (mai un’espulsione, mai una squalifica), pulito nelle giocate, e dotato di ottime qualità tecniche. Elegante era anche l’uomo, timido, mai sopra le righe, un vero gentleman. Era una bandiera, niente a che vedere con i calciatori di oggi. Un esempio vivente per tutto quello che il calcio poteva chiedere di positivo ad un atleta e ad un uomo.
Oltre allo stadio comunale del suo paese natale, a Gaetano hanno dedicato un corso a Torino, una curva dello stadio, e alcuni premi che ricordano il suo fair play.
“Se mai c’è stato uno per cui bisognava ritirare la maglia quello era lui”.
Vincenzo Ferrante Bannera
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