Poche chiacchiere, è una finale: c’è una Coppa da alzare al cielo di Roma

C’è sempre qualcosa da perdere quando si gioca una finale: perché se si è arrivati sin lì, vuol dire che si è a pochi minuti dalla possibilità di alzare un altro trofeo. Che sia il primo o l’ultimo di una lunga serie, poco conta: la Juventus aveva una Champions League da perdere quando ha affrontato il Barcellona pochi mesi fa, la Juventus ha una Coppa Italia da perdere domani sera contro il Milan. Che il Barcellona fosse (sulla carta) più forte, che il Milan sia infinitamente più debole, non conta assolutamente niente.

E’ abbastanza ridondante sottolineare quale sia la “mediaticità” della formazione rossonera: l’eco sta già da tempo rimbalzando non solo sui canali della scuderia televisiva di casa, ma un po’ ovunque. “Il Milan non ha niente da perdere da questa finale”, “la Juventus è di un altro pianeta”. Come a dire: se la coppa andrà ai bianconeri, non sarà accaduto nulla di eccezionale. In caso contrario, sarà un “miracolo sportivo”, una “bella storia”, “Davide contro Golia”, ecc. ecc. Frasi che rimbomberanno forte negli studi dell’azienda televisiva di Stato in caso di successo milanese (ve lo immaginate Varriale…?), con tanto di sottolineatura dell’epico percorso fatto, attraverso le enormi insidie rappresentate da Crotone, Carpi e Alessandria.

Capovolgiamo il concetto espresso poc’anzi: è la Juventus che ha tutto da perdere. Il blasone ormai non conta (e quello del Milan è ormai sgualcito da troppo tempo), contano le forze in campo: vero che in 90′ può succedere di tutto, ma se c’è equilibrio di valori oppure un leggero squilibrio. Se invece una delle due è palesemente superiore, non possono esserci scuse che tengano: la partita di domani va vinta, con autorità ed anche arroganza. Scaramanzie e frasi di circostanza vanno legittimamente lasciate ai protagonisti in campo, che in realtà sono i primi a conoscere la realtà dei fatti: scusanti non esistono e non potranno esistere in caso di sconfitta. Le mani di Giorgio Chiellini, domani sera, devono alzare ancora una volta la Coppa Italia al cielo di Roma. Magari tra gli sguardi e i commenti dei sopracitati studi dell’azienda televisiva di Stato, da sempre ricchi di “buone parole” e “indulgenza” verso i bianconeri.

Niente da perdere, cosa c’è da guadagnare? La storia, dato che due “doublete” di fila non li ha mai fatti nessuno in Italia. La sensazione di onnipotenza, almeno in patria, che verrebbe ulteriormente cementificata: un trofeo in più da esporre in bacheca, un alloro ulteriore sulle maglie del prossimo anno, e la garanzia che l’altra metà dell’Italia spegnerà il televisore allo scoccare esatto del novantesimo. Per non essere costretti a vedere la Juventus esultare per l’ennesima volta.

Gennaro Acunzo

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