Dybala: “Papà sarebbe orgoglioso di me, lo vedo negli occhi di mia madre. Questa è la mia vittoria”

È una stagione pazzesca quella fin qui disputata da Paulo Dybala: 23 goal nella prima stagione in bianconero sono abbastanza per superare in un colpo solo due grandi ex del calibro di Tevez e Ibra. Numeri fantascientifici per un ragazzo del ’93 che siamo sicuri, è solo all’inizio del suo percorso.

Nonostante tutto, Paulo non si è montato la testa e le parole che l’attaccante argentino della Juventus ha concesso in esclusiva a “El Pais”, ne sono la conferma.

GLI INIZI – “Chi mi ha insegnato a proteggere il pallone? Ho osservato molti compagni durante gli allenamenti, soprattutto Franco Vázquez a Palermo. Mi sono guardato per bene anche Riquelme e Messi”. Poi ricorda i primi passi in Italia citando Gattuso, suo allenatore in rosanero per qualche mese “mi ha consigliato tantissimo sul come posizionarmi, per schivare l’avversario, perché lui era uno di quelli che in campo le dava. In più di un allenamento mi randellava in modo sistematico per farmi capire come avessi dovuto difendermi”.

IN ARGENTINA “Nell’Instituto de Córdoba mi conoscevano col soprannome di Pibe de pensionPaulo-Dybala-Argentina, è vero. In quegli anni ho imparato a vivere da solo, a non essere egoista. Pulivo le stanze, preparavo e sparecchiavo la tavola. Ogni volta che torno in Argentina mi ritrovo con qualche compagno che ho avuto lì”. Poi si sofferma sulla difficile adolescenza caratterizzata da prematura morte del padre:

Non è stato facile lasciare casa e superare la scomparsa di mio papà. Il calcio mi ha aiutato molto. Sono diventato calciatore quasi più per mio padre che per merito mio: lui aveva questo sogno in testa. Mi ha dato la forza di crederci. Non avrei mai immaginato di essere dove sono ora. Mio papà sarebbe orgoglioso di me, ora, sicuramente. Perché lo vedo negli occhi di mamma tutti i giorni”.

RADICI POLACCHEIl cognome è polacco perché suo nonno emigrò in Argentina dopo la Seconda Guerra Mondiale. “Nonno è mancato quando avevo tre anni. Ma la sua immagine ce l’ho fissa in testa: una persona diversa da noi argentini, serioso, grande e molto pacato. Lo ricordo seduto sulla sua sedia. Una volta ho parlato con alcuni miei cugini polacchi: mi piacerebbe andare a visitare i posti in cui è cresciuto e vissuto il nonno. Mia bisnonna è italiana invece”.

CAPITOLO JUVE – I compagni più simpatici? “Pogba, Asamoah, Pereira, Morata e Zaza“. Chi si fa ascoltare di più? “Buffon, Evra, Marchisio, Bonucci e Chiellini”.

 

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